Anche il ghiaccio ha una sua melodia. E gli animali sono i principali componenti dell’orchestra. È quanto risulta da un recente studio di due istituti tedeschi nell’Artico e in Antartide. Un team di scienziati, dopo due anni di ricerca, ha infatti registrato circa 50 suoni subacquei fra richiami tipici delle specie marine e rumori del ghiaccio in espansione o scioglimento. L’obiettivo, oltre a far conoscere una parte della Terra poco nota, è certificare gli effetti della crisi climatica e dell’attività umana sugli oceani. «Arte e scienza possono aiutare, aumentando la consapevolezza di tutti», hanno detto gli esperti.

Dalle megattere al ghiaccio, ecco i suoni di Artico e Antartide
Gli scienziati, guidati da Geraint Rhys Whittaker, autore principale dello studio realizzato con un team dell’Helmholtz Institute for Functional Marine Biodiversity di Lipsia e dell’Alfred Wegener di Bremerhaven, hanno piazzato alcuni galleggianti nell’Artico e in Antartide con microfoni subacquei e li hanno monitorati per circa due anni. Hanno così registrato circa 50 suoni. Si tratta principalmente dei richiami degli animali che popolano le acque dei poli, fra cui megattere e narvali. Spicca il tipico verso della foca di Ross, specie molto difficile da avvicinare poiché si muove quasi esclusivamente in mare aperto.

Non mancano però i suoni naturali del ghiaccio in espansione o, soprattutto, scioglimento. Gli scienziati hanno registrato persino il crollo fragoroso di una massiccia piattaforma, a causa del riscaldamento delle acque e il distacco di un iceberg di 1500 chilometri quadrati (praticamente quanto l’intera provincia di Milano) nel continente antartico. Non solo. È stato registrato anche il “canto del ghiaccio”, il suono generato quando una massiccia area congelata si muove nell’acqua, contraendosi.
Gli esperti sperano di sensibilizzare la popolazione di tutto il mondo
Come hanno sottolineato gli scienziati, la ricerca intende soprattutto sensibilizzare le persone sulla crisi climatica. Si spera infatti che i suoni originali di luoghi così remoti possano catturare l’attenzione collettiva più di ogni altro studio scritto e pubblicato sulle riviste di settore. «Gli oceani occupano il 70 per cento della Terra», ha proseguito Whittaker. «Sono fondamentali per la vita sul Pianeta, ma sono anche i più colpiti dalla crisi climatica». Accanto al naturale mutamento ambientale, gioca un ruolo cruciale anche l’attività dell’uomo. I microfoni infatti hanno registrato anche l’attività umana in Artico e Antartide per l’estrazione petrolifera. L’inquinamento acustico prodotto dalle esplosioni può infatti coprire enormi distanze, impattando gravemente sulla vita marina. «Servono leggi ad hoc al più presto», ha poi concluso Whittaker. I suoni hanno dato vita a 100 composizioni professionali, disponibili sul sito ufficiale di Cities and Memory.
⚠️ Launching today! ⚠️ A unique project to chart and reimagine the sounds of the Arctic & Antarctic, from whale song 🐳 and seal calls to crashing glaciers and icebergs 🧊 This is Polar Sounds – a collaboration between Cities and Memory & @AWI_de @AWI_Media @HIFMB_OL #PolarSounds
— Cities and Memory 🇺🇦 (@citiesandmemory) February 6, 2023