L’ultimo bandito

Redazione
18/12/2021

Arrestato Graziano Mesina, era latitante dal 2020. Conosciuto per le numerose evasioni e per il ruolo di mediatore nel sequestro di Farouk Kassam, è stato uno dei principali esponenti del banditismo sardo.

L’ultimo bandito

È stato arrestato nella notte il latitante Graziano Mesina. il più famoso esponente del banditismo sardo. Di lui si erano perse le tracce dalla sera del 2 luglio 2020, quando si era sottratto a un provvedimento di esecuzione pena a 24 anni di reclusione per traffico internazionale di droga, emesso dalla procura generale presso la Corte di Appello di Cagliari. Noto anche come Grazianeddu, il 79enne Mesina è stato rintracciato nell’abitazione di una coppia a Desulo (Nuoro). L’ex primula rossa del banditismo sardo, protagonista in passato di clamorose evasioni si trova ora nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros. Nei confronti della coppia di amici che lo hanno ospitato, non si sa ancora per quanto tempo, potrebbero scattare provvedimenti. Certa invece la condanna per Mesina, che torna dietro le sbarre dopo un anno e mezzo di latitanza.

Graziano Mesina, 22 evasioni tentate e 10 riuscite

Nato il 4 aprile 1942 a Orgosolo, Graziano Mesina è stato uno dei principali esponenti del banditismo sardo nel Novecento. Arrestato per la prima volta a 14 anni di età per detenzione di un fucile rubato a un amico, nel corso della sua vita è stato latitante complessivamente per cinque anni, passandone invece 40 in varie carceri italiane e 11 ai domiciliari. A proposito di numeri, 22 i tentativi di evasione, dieci dei quali riusciti: il primo nel 1960, quando fuggì dalla caserma dei carabinieri che lo avevano arrestato per aver sparato in luogo pubblico, iniziando una breve latitanza sulle montagne intorno a Orgosolo.

Arrestato Graziano Mesina, latitante dal 2020. Conosciuto per le numerose evasioni, è stato uno dei principali esponenti del banditismo sardo.

Graziano Mesina, mediatore per il rilascio di Farouk Kassam

Condannato per tentato omicidio, nel 1962 riuscì ad evadere dopo essersi fatto ricoverare nell’ospedale di Nuoro, scavalcando il davanzale di una finestra e calandosi lungo un tubo dell’acqua, nel quale rimase nascosto per tre giorni. Rimase in montagna latitante per tre mesi, periodo durante il quale uccise un uomo, secondo lui era responsabile della morte del fratello. Nuovamente arrestato, fu condannato per omicidio. Nel corso dei tre decenni successivi, Mesina fu protagonista di altre rocambolesche evasioni, seguite da spesso difficoltosi arresti.
Nel 1992 Mesina fece da mediatore, trattando e ottenendo la liberazione di Farouk Kassam, figlio del titolare di uno dei più lussuosi alberghi della Costa Smeralda: dichiarò di aver consegnato ai rapitori un miliardo di lire pagato dalla polizia, sebbene lo Stato abbia sempre negato la concessione di un riscatto. Nello stesso anno, Mesina ottenne la libertà condizionale, revocata poco dopo per il ritrovamento di un kalashnikov e altre armi da guerra in un suo caseggiato ad Asti.

Graziano Mesina, la grazia e l’ultima latitanza

Condannato all’ergastolo per accumulo di pene differenti, Mesina chiese la grazia al capo dello Stato nel 2003, e la ottenne un anno dopo. Un colpo di spugna a tutta la sua lunga carriera criminale, con una condizione: nei successivi dieci anni, l’ex bandito non avrebbe dovuto subire ulteriori condanne. Mesina fece ritorno a Orgosolo, intraprendendo l’attività di guida turistica nella Barbagia, teatro principale delle sue fughe e latitanze. Un lavoro che evidentemente non gli bastava: nel 2013 fu infatti arrestato di nuovo per traffico di droga, venendo così condannato di nuovo. 30 anni, di cui sei scontati prima della scarcerazione nel 2019, per decorrenza dei termini. Poi l’ultima latitanza, fino all’arresto di questa notte.