Nagorno-Karabakh, interviene l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva

Matteo Innocenti
14/09/2022

L'escalation degli scontri al confine tra Armenia e Azerbagian ha portato all'intervento dell'alleanza militare CSTO, di cui fanno parte diverse repubbliche ex sovietiche. Era già successo in Kazakistan a inizio 2022.

Nagorno-Karabakh, interviene l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva

I nuovi scontri armati che si sono verificati tra Armenia e Azerbaigian, da decenni in conflitto per il controllo sul Nagorno-Karabakh, territorio nel sud del Caucaso, hanno portato all’intervento dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), alleanza militare creata nel 1992 e di cui fanno parte diverse repubbliche ex sovietiche: Russia, Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Nei recenti scontri (che non si sono verificati propriamente nel territorio del Nagorno-Karabakh), avrebbero perso la vita circa 50 soldati per schieramento: i due Paesi si accusano a vicenda per quanto accaduto.

Che cosa è l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva 

In una nota ufficiale, la CSTO ha dichiarato che la missione, autorizzata a seguito di una sessione straordinaria del consiglio, ha il compito di «valutare la situazione attuale» e «elaborare proposte per l’attenuazione delle tensioni» tra Armenia e Azerbaigian». Un rapporto dettagliato è previsto anche prima della prossima sessione del consiglio, che si terrà durante l’autunno. La CSTO è stata creata nel 1992 da Russia, Kazakistan, Bielorussia, Armenia, Tagikistan e Kirghizistan, a cui poi si sono aggiunti Uzbekistan, Azerbaigian e Georgia. Nel 1999 questi ultimi tre Stati hanno poi deciso di non estendere il trattato, che è una sorta di Nato post-sovietica. Proprio come l’Alleanza Atlantica, anche l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva è stata creata infatti per proteggere i suoi membri dalle aggressioni militari: ogni attacco a un Paese sarebbe considerato come un attacco a tutti gli membri che, tra l’altro, non possono unirsi ad altre alleanze militari.

Armenia-Azerbaigian, nel Nagorno-Karabakh interviene l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO).
Folla all’esterno dell’ospedale militare di Yerevan (Getty Images)

CSTO, nel 2022 in Kazakistan il primo intervento militare 

Per 30 anni la CSTO è rimasta un’alleanza pacifica, che non aveva mai schierato le proprie truppe da nessuna parte. Era intervenuta in due occasioni: in Kirghizistan nel 2009, quando il Paese era sull’orlo della guerra civile, e sempre in Armenia nel 2021, dopo la presa del Nagorno-Karabakh da parte dell’Azerbaigian. Ma in entrambi i casi non aveva schierato truppe. È successo invece in Kazakistan a gennaio 2022, quando le forze del Cremlino, invocate dal presidente Kassym-Jomart Tokayev, hanno sedato senza troppi complimenti le rivolte in corso nel Paese, scatenate dall’aumento del prezzo del gas. La Russia ha inviato un contingente di circa 2.500 paracadutisti, con lo scopo di proteggere impianti strategici e infrastrutture importanti, mentre gli altri Paesi contingenti tra 60 e 500 soldati. E dopo gli scontri con l’Azerbaigian, in virtù del Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza stretto con la Russia, l’Armenia ha chiesto aiuto al potente alleato. Secondo quanto appreso, il premier armeno Nikol Pashinyan avrebbe sentito separatamente al telefono i presidenti di Russia e Francia, Vladimir Putin ed Emmanuel Macron, così come il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Tutti e tre, secondo le note arrivate dalle rispettive capitali, hanno definito inaccettabile la nuova escalation al confine. E il Cremlino è passato ai fatti, con l’intervento del CTSO.

Armenia-Azerbaigian, nel Nagorno-Karabakh interviene l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO).
Vladimir Putin(Getty Images)

La storia del conflitto per il Nagorno-Karabakh

Le tensioni relative al Nagorno-Karabakh sono iniziate alla fine degli Anni 80, ancora ai tempi dunque dell’Unione Sovietica, quando la maggioranza armena avallò con un referendum la decisione di entrare nell’orbita di Yerevan. Non se ne fece nulla. Ma nel 1992, dopo la dissoluzione dell’Urss, scoppiò una guerra che si concluse due anni dopo con gli accordi di Bishkek (Kirgizistan): il Nagorno-Karabakh, perso dall’Azerbaigian, rimase sotto l’occupazione militare dell’Armenia. Poi il 27 settembre 2020 l’inizio di un nuovo e violento capitolo del conflitto, con centinaia tra morti e feriti, terminato il 9 novembre con la riconquista da parte dell’Azerbaigian dei territori perduti in precedenza. Da allora la Russia è impegnata nell’area in una missione di peacekeeping: l’invasione dell’Ucraina ha alimentato le voci secondo cui la Russia stava ritirando almeno una parte delle sue forze di pace dalla zona e questo, secondo gli analisti, ha contribuito a un’escalation delle ostilità nel Nagorno-Karabakh, dove le violazioni del cessate il fuoco non sono mai state rare.