Alla vigilia del Roma Pride 2023, che si terrà domani nelle vie della Capitale, la polemica intorno alle parole di Arisa non si placa. Anzi, viene incrementata nuovamente dalla stessa artista, che risponde per le rime a Paola Iezzi, del duo Paola e Chiara. La cantante, madrina della manifestazione, durante la conferenza di presentazione ha attaccato la collega, definendo quella di Arisa a La Confessione di Peter Gomez (e poi a Domenica In) una «uscita infelice» e parlando dei traumi che ognuno porta dentro. Oggi la risposta con un video in cui è Paola Iezzi a venire attaccata dalla stessa Arisa, che le rivolge anche il dito medio.
È scontro anche tra Arisa e Paola Iezzi 🚨 pic.twitter.com/oJmqybJcrl
— Trash Italiano (@trash_italiano) June 9, 2023
Cos’ha detto Paola Iezzi
Durante la conferenza del Roma Pride 2023, Paola Iezzi ha dichiarato: «Non mi sento di recriminare Rosalba», riferendosi ad Arisa e chiamandola per nome, «per quello che ha fatto. Gli artisti spesso vivono nella paura di non lavorare. Non tutti abbiamo le spalle coperte allo stesso modo. Non tutti abbiamo la stessa self confidence nell’esprimere noi stessi. Chiaramente non sono d’accordo su quello che ha detto, chiaramente esistono questioni più importanti della uscita diciamo infelice di Arisa. Penso che lei nella sua vita abbia vissuto il senso di esser discriminati. E questo lascia dei traumi, che formano delle paure grandi… Non dico di farle passare tutte ma aspettare prima di accanirsi su cose peraltro che portano lontano… Magari si parla tre giorni dell’uscita di Arisa che ha fatto un’uscita del c***o, scusatemi, infelice, e poi non si parla degli aspetti importanti di questa manifestazione».

La dura risposta di Arisa: «Non si parla degli altri quando non ci sono»
«Cara Paola, io ti ho sempre seguita e ti ho sempre stimata», esordisce Arisa nel video con cui risponde alle critiche della collega. «Mi dispiace tantissimo vederti parlare così di me, senza cercare di mettere una buona parola tra me e la comunità LGBTQ+ nonostante probabilmente la tua consapevolezza del periodo non troppo piacevole che sto passando riguardo a questo argomento… Io lo avrei fatto, cioè io avrei cercato il buono e probabilmente avrei cercato di mettere pace. Ed è quello che cerco sempre di fare, ecco perché poi mi trovo nei guai. Invece tu ti sarai presa sicuramente dei bellissimi applausi mentre infamavi una tua collega e dicevi delle cose che secondo me non sono vere, non sono reali. Anzi, te lo posso assicurare perché riguardano me». Poi il passaggio chiave: «Ho paura di non lavorare? No, tesoro mio. Forse tu hai paura di non lavorare, ecco perché sei schiava di certe cose. Io no, io non sono schiava di partiti, non sono schiava di una comunità, non sono schiava di niente. Io amo senza paletti. E dico anche di no, perché amare significa dire anche di no. E se mi incontri per strada non mi salutare, perché a me l’ipocrisia fa schifo. E prima o poi la verità verrà a galla. Perché io lavoro veramente per la comunità LGBTQ+, non faccio le festine, non metto i lustrini e vado in piazza “viva l’amore, viva l’amore”, cresci e impara che non si parla male degli altri quando gli altri non ci sono. Hai quasi 50 anni e ancora non hai imparato a vivere». Qui ha poi alzato entrambi i medi.
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