Addio agli iPod Touch, ultimo modello Apple di lettori musicali portatili. La casa di Cupertino ha infatti annunciato ieri lo stop della produzione, segnando così la fine di un’era. «Lo spirito dell’iPod tuttavia sopravvivrà», ha dichiarato la società in una nota sul sito ufficiale, grazie al supporto musicale di iPhone, iPad e iMac. Sarà ancora possibile acquistare gli ultimi esemplari rimasti in stock fino a esaurimento scorte.
La fine di iPod Touch, le prime avvisaglie e le ragioni del declino
«La musica è sempre stata parte di Apple», ha dichiarato Greg Joswiak, Senior Vice President Marketing di Apple. «Oggi, tale esperienza continua a sopravvivere grazie ai nostri prodotti e ad Apple Music, il modo migliore per scoprire e sperimentare la musica». Come ricorda The Verge, lo stop alla produzione di iPod non è un fulmine a ciel sereno. Già tre anni fa, nel 2019, l’introduzione dell’ultimo modello di iPod Touch aveva destato qualche sospetto. Mentre infatti iPhone 11 si presentava al mondo con nuovi hardware, il lettore musicale approdò sul mercato con il processore A10 del vecchio iPhone 7. Un chiaro segnale che il suo tempo era ormai finito.

Cosa ha spinto Apple a fermare definitivamente la produzione di iPod? Per The Verge è difficile incolpare l’azienda. Gli ultimi anni hanno infatti visto un cambiamento nell’interesse del pubblico, sempre meno avvezzo a portarsi dietro un secondo dispositivo esclusivamente per la musica quando si può avere tutto sullo smartphone. «Abbiamo subito notato che i cellulari feature phone stavano diventando una minaccia», ha confessato Tony Fadell, uno degli sviluppatori dell’iPod originale. «Il supporto per la riproduzione mp3 ai telefonini è stato essenziale per spostare il mercato».
Dal primo modello al Touch di settima generazione, la storia dei lettori Apple
Il modello originale di iPod, celebre per il tasto centrale e i quattro pulsanti di riproduzione in cerchio, giunse grazie a un’intuizione di Steve Jobs il 23 ottobre 2001. È stato il primo lettore musicale a garantire il supporto in memoria a circa 1000 brani e una batteria con longevità di 10 ore. Tre anni dopo, visto il grande successo del prodotto, sbarcò sul mercato la versione mini dal peso di appena 100 grammi, circa la metà rispetto al device originale. Nel 2005 giunge Shuffle, il primo a non usare hard disk per l’archiviazione dei brani, ma una memoria a stato solido integrata nel lettore. L’anno seguente arrivò iPod nano con il suo look delicato e sottile, ma soprattutto un display a colori brillante e una cassa in sei differenti versioni pastello. Spazio per ben 2 mila brani e una batteria che garantiva un intero giorno di riproduzione.

Il 5 settembre 2007, qualche mese dopo il rilascio dell’iPhone, sbarcò online e negli store anche iPod Touch, che presentò la rivoluzionaria interfaccia del sistema iOS per smartphone anche sui lettori musicali. Display da 3,5 pollici e possibilità di accedere ad App Store per scaricare applicazioni e di navigare in rete. In pratica, un iPhone senza le funzionalità di un telefono. Il 15 luglio 2015 fu il turno dell’ultimo Shuffle con batteria da 15 ore, look elegante e 2 Gb di spazio di archiviazione. Fra le novità anche il pulsante VoiceOver per poter ascoltare il titolo di un brano, il nome di una playlist o lo stato della batteria. Durò appena due anni, dato che nel 2017 la sua produzione venne interrotta assieme al Nano, lasciando solo il Touch. La versione di settima generazione, disponibile fino a esaurimento scorte, vanta 256 Gb di memoria e supporto per la realtà aumentata.