L’Appennino è ancora senza neve e il turismo va a rilento. Secondo il Cna Bologna la mancanza di neve sull’Appennino mette in crisi «circa 500 aziende». Per salvare le aziende dalla crisi Il Cna Bologna ha proposto una scappatoia dalla crisi usando «i fondi Pnrr nell’immediato servono ristori». Bisogna pensare «su un turismo 365 giorni all’anno».

La crisi del turismo sull’appennino senza neve
La crisi dell’Appennino causata dalla mancanza di neve mette a rischio il futuro «di circa 500 aziende» secondo quanto dichiarato dal Cna Bologna che vuole aiutare quelle zone in crisi economica per mancanza turismo. Marco Gualandi, vicepresidente Cna Bologna e imprenditore dell’Appennino ha continuando dicendo: «Nell’immediato sta colpendo la filiera dello sci, la ricezione alberghiera, tutto il mondo del turismo in Appennino ma forti ripercussioni le avranno anche le imprese dell’indotto e aziende alimentari e della ristorazione».
Inoltre sulla questione si fa sentire anche la confederazione degli artigiani facendo la richiesta di «ragionare in termini di ristori per le aziende maggiormente in difficoltà» puntando però lo sguardo al futuro non facendo accadere crisi di questo genere.

La soluzione può essere quella di rivedere il turismo per Cna Bologna
Il Cna Bologna con le parole di Gualandi, ha voluto anche trovare una soluzione al problema: «Il turismo in Appennino va rivisto. Non bisogna focalizzarci solo sul ‘bianco’ ma puntare di più sul ‘verde’, su un turismo 365 giorni all’anno. Pochi mesi fa eravamo felici per l’arrivo di milioni di fondi Pnrr in Appennino: ora è tempo forse di utilizzarli per riconvertire l’offerta turistica».
Infatti per Cna le opportunità sono tantissime per risollevare le zone senza neve: «In attesa che le Terme di Porretta siano a pieno regime, si può sfruttare il cosiddetto turismo slow, quello dei sentieri, che stanno avendo un successo clamoroso. Sulla Strada degli Dei e la Strada della Seta, non bastano gli alloggi per accontentare tutte le richieste».