Un’agenzia che c’è, ma non funziona. Paralizzata dalla burocrazia e da una legge scritta in maniera frettolosa. L’Ansfisa esiste dal gennaio 2019, con lo scopo di garantire sicurezza a ferrovie e autostrade. È stata pensata dopo il disastro del ponte Morandi. Ora si prepara a un nuovo avvicendamento al vertice, con il terzo cambio di direttore in meno di tre anni, mentre la strada da imboccare rimane confusa. Altro che sicurezza delle infrastrutture usate dai cittadini.
Personale dell’Ansfisa ridotto all’osso
Come se non bastasse, il personale è ridotto all’osso, al di sotto del 30 per cento della dotazione prevista. La carenza è stata ammessa alla Camera dal sottosegretario al ministero delle Infrastrutture, Alessandro Morelli. Giusto per rendere l’idea: sono vacanti anche molti posti da dirigente. È questa, attualmente, la situazione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, declinata nell’acronimo Ansfisa, istituita dal decreto Genova. Per la serie, si fa quel che si può, ma è decisamente poco.
Eppure la funzione sarebbe ambiziosa: vigilare sulla sicurezza di strade e binari. L’attività, pur con tutta la buona volontà, però, si deve limitare all’ordinaria amministrazione. Ma cos’è l’Ansfisa? L’organismo è l’ampliamento dell’Ansf, che controllava la sicurezza delle ferrovie. “L’Agenzia”, si legge nella missione ufficiale, “è composta da due distinte articolazioni competenti ad esercitare le funzioni alla stessa attribuite, rispettivamente in materia di sicurezza delle ferrovie (in continuità con il passato) e in materia di sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali, sicurezza delle gallerie situate sulle strade appartenenti anche alla rete stradale transeuropea e sicurezza sui sistemi di trasporto rapido di massa”. Operazioni di cui ci sarebbe bisogno, considerando – giusto per fare un esempio – il crollo del ponte levatoio della darsena di Pagliari, registrato a La Spezia qualche giorno fa.
I cambi di vertice all’Ansfisa
Secondo gli obiettivi, fin dal primo gennaio 2019, l’Agenzia sarebbe dovuta entrare in funzione in maniera operativa. E pazienza se c’era ancora da redigere lo statuto e predisporre lo start effettivo. Aspetti che hanno vanificato gli intenti iniziali, quelli di una struttura pronta a partire a tutta velocità. Lo ha capito bene il primo direttore, Alfredo Principio Mortellaro, voluto dall’allora ministro Danilo Toninelli. Scontratosi con la politica, è stato presto sostituito da Fabio Croccolo, gradito alla maggioranza giallorossa, quando al Mit c’era la dem Paola De Micheli.
Subito dopo l’insediamento, il nuovo direttore ha dato impulso all’Ansfisa, cercando di bruciare le tappe. Ma non ha potuto compiere miracoli. I numeri spiegano il motivo: attualmente l’Ansfisa può contare su 161 dipendenti, a fronte dei 569 previsti dalla legge per garantire una piena funzionalità all’organismo. È stata, quindi, avviata una procedura di reclutamento di 61 unità, tra il personale già in servizio presso altre pubbliche amministrazioni. All’agenzia, però, occorrono profili con competenze specifiche, per cui è necessario rivolgersi anche all’esterno. Non è stato, tuttavia, possibile perché la norma prevedeva l’espletamento dei concorsi di assunzione negli anni 2019 e 2020 (il totale nel biennio è di 25 dirigenti e 211 dipendenti), quando non essendo pienamente operativa, l’Ansfisa non è riuscita a indire bandi.
La spada di Damocle sul numero uno dell’Ansfisa
Un vero capolavoro, a cui si aggiunge un ulteriore tassello: il ruolo di direttore è sottoposto alla spada di Damocle dello spoil system. Cambia il governo e rischia di saltare il numero uno. In questo contesto di incertezza, la deputata di Cambiamo, Manuela Gagliardi ha presentato un’interrogazione dai toni significativi al numero uno del Mit, Enrico Giovannini: «Al momento non è dato conoscere quale sia realmente il compito dell’Agenzia, modificato e ridotto rispetto al progetto originario». Insomma, non si sa dove andare a parare.
Di sicuro, ora, c’è un altro direttore, che significa ulteriore tempo perso, tra assegnazione dell’incarico e insediamento. «Eppure sulla sicurezza delle infrastrutture non c’è spazio per mediare, sulla manutenzione serve massimo rigore, per evitare quello che abbiamo visto in passato», dice Gagliardi a Tag43, sollecitando un’accelerazione. «L’Ansfisa è un’agenzia di grande importanza per i suoi compiti”, chiosa” è inaccettabile che nel maggio 2021 ancora non funzioni».