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Parisella non vale una ressa

Il sovranismo ha diritto di cittadinanza in Rai, ma bisogna saperci fare. Invece Anni 20 è costruito in maniera sgangherata. Scarso ritmo, tempi morti, regia traballante. E una conduttrice cui sfuggono di mano gli ospiti non appena lo scontro si accende.

14 Maggio 2021 14:2914 Maggio 2021 15:06 Marco Zonetti
Parisella e il flop di Anni 20

Anni 20, il grande mistero. A partire dalla conduttrice, Francesca Parisella. Volto sconosciuto ai più, si è ritrovata alla guida del talk sovranista di RaiDue a combattere, da sola, contro la corazzata Piazza Pulita di Riccardo Formigli su La7 e contro quella di Dritto e Rovescio di Paolo Del Debbio su Rete4. E da sola a perdere, visto che il programma non supera la media dell’1,7% di share. Sarà forse per risollevare le sorti della trasmissione che, giovedì 13 maggio in prima serata, si è lanciata in un attacco frontale contro l’Ue colpevole, a suo avviso, di volerci ingozzare di «gustosi biscotti di farina di vermi, tarme essiccate o latte con piselli». Insomma «eh già, ce lo chiede l’Europa di mangiare da schifo». Toni che non sono andati giù all’ad Fabrizio Salini, ma che hanno incassato il plauso di Giorgia Meloni accorsa con un tweet in difesa della trasmissione.

Il PD invoca il bavaglio contro #Anni20 per un servizio sarcastico che osa criticare l’UE. Vogliono trasformarci nella Corea del Nord e la cosa più grave è che la Rai, piuttosto che difendere il pluralismo, fa sapere di essere pronta alla censura. Ecco la loro libertà di pensiero pic.twitter.com/GS6fG2MdvE

— Giorgia Meloni 🇮🇹 ن (@GiorgiaMeloni) May 14, 2021

Anni 20, un programma costruito in maniera sgangherata

Parisella unchained però non si è fermata qui: «L’Europa vuole ben altro», ha aggiunto: «ci ha chiesto di fidarci sul piano vaccini con il risultato che siamo chiusi col coprifuoco, mentre oltremanica brindano all’aperto». Ora, d’accordo le opinioni, anche quelle più border line. Il sovranismo in una informazione pubblica ha diritto di parola. Il guaio è che Anni 20 è un programma costruito in maniera sgangherata: abbondano tempi morti, il ritmo è claudicante, la conduttrice in evidente difficoltà nel tenere a bada la sua platea di ospiti non appena lo scontro si accende. Basti pensare, sempre il 13 sera, allo sfogo di Paola Concia («Sono schifata da questa trasmissione, non dovevo venire») contro le disquisizioni sul Ddl Zan e su una fantomatica legge Carfagna sparate da Mauro Coruzzi-Platinette senza che Parisella avesse niente da eccepire.

Francesca Parisella, ex inviata stimata da Ludovico Di Meo e Giampaolo Rossi

Ma chi è Parisella? Ex inviata a Matrix e Quarta Repubblica e conduttrice di un piccolo spazio su Rai Radio2, era anche presenza fissa ma defilata di Seconda Linea, predecessore di Anni 20 condotto da Francesca Fagnani e Alessandro Giuli e cancellato dopo solo due puntate per i bassi ascolti. Inaspettato dunque è stato l’approdo alla conduzione in prima serata. A Viale Mazzini si dice che Parisella sia molto stimata dal Direttore Ludovico Di Meo e da Giampaolo Rossi, consigliere di amministrazione Rai in quota Fratelli d’Italia. Sarà per questo che nonostante gli ascolti deludenti il talk resta in piedi. Voluto da Di Meo e dal suo vice con delega all’informazione Paolo Corsini, sempre quota Meloni, il programma conta ben 12 autori e 14 inviati, tutti più o meno vicini alla destra, fra i quali spiccano Alessandro Giuli (conduttore dello sfortunato Seconda Linea), Antonio Rapisarda (artefice del criticatissimo servizio anti Ue di cui sopra), Salvatore Dama e Simona Arrigoni.

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