La famiglia di Anna Politkovskaja ha preso le distanze dal biopic incentrato sulla vita della giornalista di Novaya Gazeta e attivista per i diritti umani, assassinata nel 2006. Lo ha fatto con un comunicato, firmato dai suoi figli Ilya e Vera e dal vedovo Alexander. La sua famiglia è preoccupata dal fatto che la sceneggiatura, rivelata in precedenza, sia artificiosa e contenga significative distorsioni della realtà . La pellicola, prodotta dalla società Good Films Collective, è attualmente in fase di post-produzione con il nome Anna. Nonostante le affermazioni secondo cui il biopic è basato sulla storia vera di Politkovskaja, non è stato approvato dai familiari, che non sono stati coinvolti nella produzione né hanno concesso il permesso di usare i loro nomi.

A interpretare Politkovskaja sarà Maxine Peake
Il biopic è stato annunciato a maggio del 2022, inizialmente con il titolo Mother Russia: per la famiglia della giornalista uccisa rischia di essere «grossolanamente impreciso». Ufficialmente per problemi organizzativi nelle riprese quasi subito si è tirata indietro l’attrice che avrebbe dovuto interpretare la figlia Vera, cioè Emma D’Arcy, la Rhaenyra Targaryen di House of The Dragon, spin-off de Il Trono di Spade. A dare il volto a Politkovskaja sarà Maxine Peake. Il cast della pellicola include poi Ciarán Hinds, Jason Isaacs, Harry Lawtey, Ellie Bamber e Naomi Battrick. Il film su Anna Politkovskaja dovrebbe arrivare nel 2024.

Cinque condannati per l’esecuzione, mai individuato il mandante
Anna Politkovskaja fu assassinata il 7 ottobre 2006. Il suo corpo trovato nell’ascensore nel palazzo dove viveva, a Mosca. Accanto al cadavere la polizia rinvenne una pistola Makarov con quattro bossoli: uno dei proiettili sparati l’aveva colpita alla testa. Due giorni dopo il direttore di Novaya Gazeta Dmitry Muratov rivelò che Politkovskaja stava per pubblicare un lungo articolo sulle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene legate al primo ministro Ramzan Kadyrov. Nel giugno 2014, cinque uomini di etnia cecena sono stati condannati al carcere per l’organizzazione e l’esecuzione dell’omicidio, di cui però non sono stati individuati i mandanti. In tanti hanno puntato il dito contro Vladimir Putin, che subito dopo l’omicidio bollò come sopravvalutata l’influenza sulla vita politica russa degli scritti della giornalista uccisa, che aveva a più riprese denunciato la corruzione delle forze armate e dei governi sotto la sua presidenza. Per la cronaca Putin compie gli anni proprio il 7 ottobre.