I cocci familiari degli Agnelli-Elkann e la Juventus in vendita

Sebastiano Venier
03/11/2022

L'OBOLO DI SAN PIETRO. Per convincere Andrea Agnelli a mollare la Juve bisogna trovargli un posto in Ferrari o Stellantis. Poi John Elkann cercherà un compratore. Con Alessandro Nasi, il terzo cugino e socio, che potrebbe diventare presidente in attesa della cessione. Le trame nella dinastia piemontese.

I cocci familiari degli Agnelli-Elkann e la Juventus in vendita

Un triangolo scaleno. John Elkann, Andrea Agnelli e Alessandro Nasi. E la Juventus. I tre cugini esprimono le quote più significative della Giovanni Agnelli Bv, società che controlla Exor, la cassaforte di famiglia. Come è risaputo, il numero uno è John, scelto direttamente dal nonno Giovanni Agnelli, mentre Alessandro e Andrea detengono quote azionarie che ne fanno degli interlocutori obbligati. A maggio, comunque, il consiglio di amministrazione di Exor, la holding del gruppo Agnelli, ha deciso di separare i ruoli di presidente e di amministratore delegato. Ajay Banga è stato nominato presidente e amministratore senior non esecutivo con effetto immediato, mentre John Elkann continuerà a mantenere la guida operativa della società con il suo ruolo di amministratore delegato. Una mossa che ha suscitato qualche interrogativo. Spetterà infatti al nuovo presidente mediare con i soci interni ed esterni. Il debutto di Andrea e Alessandro sul palcoscenico di Exor-Fca è avvenuto subito dopo la nomina di Elkann al vertice della Giovanni Agnelli & C Sapaz. Il passo successivo è stata l’attribuzione a entrambi i cugini di cariche operative nelle aziende del gruppo di Villar Perosa.

Per Alessandro Nasi esperienze a Wall Street, Merrill Lynch, Jp Morgan

Andrea, figlio di Umberto, fratello dell’Avvocato, è l’unico erede a portare il cognome degli Agnelli. Bocconiano, diplomato a Oxford, nel 2010 è diventato presidente della Juventus. Presente nel board di Exor e l’unico esponente della dinastia a sedere insieme a Elkann nel cda di Stellantis. Per Alessandro Nasi il percorso professionale è stato più variegato. Figlio di Andrea Nasi e di Daniela Remmert, è imparentato con la dinastia piemontese grazie al matrimonio del barone Carlo Nasi con Caterina Aniceta Agnelli. Nato e cresciuto a Torino, Alessandro Nasi si è laureato in Economia per poi intraprendere un percorso di formazione professionale negli Stati Uniti dove ha vissuto a lungo. È nella Grande Mela che ha maturato anni di esperienza a Wall Street e ha lavorato per alcune banche d’affari come Merrill Lynch e Jp Morgan. Nel corso della gestione di Sergio Marchionne è diventato presidente di Iveco, poi conferita in Fiat industrial. Alessandro in occasione della fusione Psa-Fca è stato chiamato alla presidenza di Comau. Alessandro e Andrea sono entrambi in cda Exor. Per effetto della liquidazione di alcuni pacchetti da parte di altri soci, la Dicembre di Elkann ha incrementato al 38 per cento il controllo sulla società olandese.

I cocci familiari degli Agnelli-Elkann e la Juventus in vendita
Sergio Marchionne e Alessandro Nasi. (Getty)

Nasi assieme a John Elkann avrebbe la maggioranza della Giovanni Agnelli Bv

Figlio di Margherita Agnelli e Alain Elkann, John detiene il bastone del comando di Exor. C’è stato però anche un consolidamento dei discendenti di Umberto Agnelli e dunque del ramo di Andrea. Che è diventato il secondo azionista (11,8 per cento) della Giovanni Agnelli Bv, superando Maria Sole Agnelli (11,6 per cento). Il pacchetto che fa riferimento a Umberto Agnelli vale circa il 34 per cento ma è molto frammentato, poco attento al business e critico nei confronti di Andrea. Contestualmente è salito il peso del ramo di Giovanni Nasi, e dunque di Alessandro che può contare sull’8,8 per cento del capitale. Ma va anche sottolineato che proprio lui è stato anche scelto come referente della famiglia Nasi che conta sul 21,1 per cento della Bv. Resta quindi il terzo pacchetto in ordine di peso, ma stringendo un’alleanza con John avrebbe in mano la maggioranza della Giovanni Agnelli Bv.

I cocci familiari degli Agnelli-Elkann e la Juventus in vendita
Una vecchia foto di Andrea Agnelli e John Elkann. (Getty)

I rapporti tra Agnelli e Nasi non sono buoni: questione di carattere e di affari

Ma come controllano Alessandro Nasi e Andrea Agnelli le loro quote? Sostanzialmente attraverso due società fotocopia della Dicembre dove però Elkann può contare sul 60 per cento rispetto ad Agnelli e Nasi che sono in posizione paritaria con i rispettivi fratelli e sorelle. Per il presidente della Juventus, le chiavi di controllo sono in custodite nella società semplice A&A. Dopo la scomparsa di Umberto, sono stati chiamati all’eredità la moglie Allegra Caracciolo, i figli Andrea e Anna e la nipote Virginia Asia. Negli anni successivi Andrea e Anna hanno liquidato la madre e Virginia Asia, diventando titolari, con il 50 per cento a testa, dell’intero capitale. La quota che fa capo ad Alessandro Nasi è detenuta dalla società Enne come l’iniziale della famiglia. Il veicolo è stato per anni intestato al padre Andrea, titolare del pacchetto azionario nella Giovanni Agnelli Bv. Il quale, a partire dal 2013, ha donato le quote ai suoi cinque figli, Alessandro, la sorella Allegra e i tre fratelli minori, nati dalle nozze con Ellen Downey, Giovanni, Livia e William. A ciascuno di loro è andato un pacchetto del 20 per cento. Il controllo familiare è dunque solido ma le relazioni restano tese. I rapporti tra Agnelli e Nasi non sono buoni. Non favorisce a migliorarli il diverso carattere e il malandato business che resta in Italia: Juventus, Ferrari e Gedi, la casa editrice di Repubblica e La Stampa.

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Andrea Agnelli con John Elkann in tribuna. (Getty)

Le vicissitudini della squadra: accuse di falso in bilancio e l’ombra dell’aggiotaggio 

Le maggior preoccupazioni vengono dalla squadra di calcio, guidata da Andrea, e il clima nella dinastia torinese è già surriscaldato. Si sono infatti concluse le indagini preliminari, iniziate lo scorso anno, relative all’inchiesta sulle plusvalenze. Ciò che emerge dalla procura della Mole è un quadro preoccupante a carico dei bianconeri. Con capi d’accusa importanti che potrebbero sfociare in un processo. La notifica di conclusione delle indagini preliminari è giunta ai componenti del cda Juventus ma anche ai dirigenti con funzioni strategiche. In tutto, sono 16 gli indagati, tra cui Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved, l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene e l’ex ds Fabio Paratici. Dalla procura era giunta anche una richiesta di arresti domiciliari per Agnelli, rigettata dal Gip, e contro la quale è stato presentato appello. L’istruttoria prende in esame le annualità 2018, 2019 e 2020 e ipotizza falso in bilancio e false comunicazioni al mercato. Secondo l’accusa, numerosi scambi e plusvalenze effettuati dal club sarebbero da ritenersi fittizi e con valutazioni arbitrarie per motivi di bilancio. Non solo. Le manovre effettuate nel corso della pandemia sugli stipendi, essendo la Juventus quotata in Borsa, avrebbero dovuto essere oggetto di approvazione e si configurerebbe l’accusa di aggiotaggio. Gli stipendi ai giocatori del 2020, tre mensilità su quattro, non sarebbero state oggetto di rinuncia come comunicato ma di differimento a esercizi successivi. Per la riduzione degli stipendi del 2021, il club si sarebbe impegnato a pagare le mensilità in esame ai giocatori anche in caso di trasferimenti ad altri club, anche qui in maniera contraria a quanto riportato nei contratti depositati.

Dopo aver provato a vendere la società John Elkann starebbe pensando al fratello Lapo per sostituire Andrea Angelli alla Juventus
John Elkann e Andrea Agnelli. (Getty)

Juve, crescita vertiginosa dei costi e due aumenti di capitale da 300 e 400 milioni

Non è finita. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero anche le somme versate ad agenti per operazioni inesistenti, con conseguente danno erariale per indebita detrazione di Iva. Ma come si è giunti a questa situazione? Cinque anni fa l’obiettivo della dirigenza juventina era trasformare la Vecchia Signora in una «potenza economica e sportiva del calcio mondiale». Per fare ciò nel 2018 l’asticella è stata alzata con l’acquisto di Cristiano Ronaldo. Da quel momento la società bianconera, controllata da Exor, è andata incontro a una vertiginosa crescita dei costi che ha richiesto due aumenti di capitale da 300 e 400 milioni. Elkan ha fatto di tutto per difendere il cugino Andrea, ma la situazione sta diventando insostenibile. La società continua a registrare numeri in profondo rosso. L’ultimo bilancio, al 30 giugno 2022, si è chiuso con un passivo record di 254 milioni. In totale, dal 2018 a oggi, sono stati investiti 455 milioni in acquisti di calciatori, al netto delle cessioni. E gli stipendi sono aumentati di 90 milioni. Che fare?

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Alessandro Nasi e Alena Seredova. (Getty)

Elkann deve iniziare la ricerca di un compratore, prima che il brand si svaluti

La palla è tornata a Elkann. Il numero uno della famiglia prima di tutto affronterà il capitolo giudiziario cercando di evitare un processo che accenderebbe un lacerante faro sulla dinastia piemontese. Basti pensare alle recenti accuse di complottismo sull’eredità da parte della madre. «Io denuncio la setta, un sistema mafioso», scrive Margherita Agnelli nella prefazione di un libro mai pubblicato, Les usurpateurs di Marc Hurner, il cui editore sarebbe Serge Pahlen, marito della primogenita di Giovanni. «Nessuno sa. I documenti sono tutti stati bruciati: sì, tutto è stato bruciato, non c’è più alcuna traccia, nulla». Poi Elkann cercherà di rimettere in piedi la società sul versante manageriale, economico e sportivo e nello stesso tempo inizierà la ricerca di un compratore. Il brand vale ancora molto, ma le inchieste della magistratura e le sconfitte in campo rischiano di gravare sulla valutazione. Bisogna ripulire tutto. Bene e in fretta. Più complesso, invece, rimettere insieme i cocci familiari. La speranza è un passo indietro di Andrea che tranquillizzerebbe Alessandro, futuro marito di Alena Seredova, ex moglie di Gigi Buffon. Da tempo, il ramo Nasi non vorrebbe più spendere un euro per la squadra. Anzi, spingerebbe per cederla subito ma toccherà al freddo Elkann decidere. Agnelli andrebbe di corsa alla Ferrari, ma è probabile che il ceo di Exor decida per lui un incarico in Stellantis o in una controllata della finanziaria. Magari, portando proprio Nasi alla guida della Juventus. E, forse, spetterà proprio ad Alessandro vendere la squadra bianconera. Una cessione dolorosa? No, in fondo il suo essere tifoso del Toro è noto a tutti.