Partito delle Ztl, ma non in tutte le città al voto. Le Amministrative disegnano per il Pd e il centrosinistra un quadro abbastanza variegato: i quartieri più centrali si confermano in molti casi roccaforti elettorali, come a Roma (che vedrà al ballottaggio Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti), ma in altri Comuni lo scenario è diverso. Anche grazie alla straripante vittoria di alcuni candidati. I voti, per esempio a Napoli e Bologna provengono anche dalla periferia. Basti pensare a Gaetano Manfredi che ha sfondato a Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio, andando oltre il 67,5 per cento.
Siamo molto soddisfatti, siamo al ballottaggio! Ora rivolgendoci a tutte le romane e i romani, ci impegneremo con determinazione per dare a questa città un governo all'altezza di una grande capitale europea. Adesso vinciamo e cambiamo #Roma, insieme! #elezioniamministrative2021 pic.twitter.com/wYMPcMEVQj
— Roberto Gualtieri (@gualtierieurope) October 4, 2021
A Roma Gualtieri e Calenda “pariolini”, Michetti vince in periferia
La mappatura dei voti, sviluppata da YouTrend quartiere per quartiere, consegna un quadro chiaro delle dinamiche elettorali. A Roma il risultato di Roberto Gualtieri conferma l’immagine di un Partito democratico che nella Capitale fa fatica a penetrare nelle periferie: l’area di maggiore consenso è collocato nel Municipio I, quello del centro, che raccoglie va da rione Monti a San Saba, insomma la zona turistica per eccellenza. Qui l’ex ministro dell’Economia ha toccato punte del 33 per cento. Molto bene anche il voto nelle zone dell’Appio Latino, Ostiense, Ardeatino, Appio Pignatelli. Zone limitrofe al centro. Il candidato del centrosinistra regge anche in altri quartieri, come Portuense e Giancolense. Prova a drenare qualcosa in zone più periferiche come il Tuscolano. Ma scende sotto il 20 per cento nella periferia sud di Ostia e in quella nord di Tor di Quinto.
LEGGI ANCHE: M5s, voto a rendere
Passando a Carlo Calenda nonostante i tour elettorali nelle periferie di quest’estate, si conferma “pariolino” nelle preferenze degli elettori, pur risultando Azione! la lista più votata in tutta città, con il 19,8 per cento davanti a Fratelli d’Italia. Nel Municipio II, che raccoglie i quartieri Flaminio, Parioli, Salario, Trieste, Nomentano, Calenda ha ottenuto il maggior numero di consensi (il 35 per cento). Bene anche il trend nel primo Municipio, quello più centrale. Ma, andando verso la periferia, il leader di Azione ha perso appeal: a Ostia e Acilia, si è fermato al 9 per cento. Giusto un po’ meglio è andata a Don Bosco. Come previsto, invece, Virginia Raggi è stata più votata nelle periferie: il picco del 27 per cento è stato registrato dal Municipio VI, quello delle zone della preferirà Est di Roma, Torre Spaccata, Borghesiana, Torre Maura, Torrenova. Bene, per lei, anche il voto a Ostia, mentre tra Parioli e centro la percentuale fatica a raggiungere la doppia cifra. A drenare il voto nelle aree periferiche è stato, però, il centrodestra di Enrico Michetti, vincitore proprio a Ostia e Tor di Quinto. Il candidato di centrodestra resiste quindi nella roccaforte del VI Municipio con un risultato simile a quello incassato da Raggi nel 2016 (40 per cento).
Milano: Sala pigliatutto, dal centro alla periferia
A Milano Beppe Sala ha stravinto ovunque. In centro ha sfiorato il 65 per cento, più del doppio dell’avversario, Luca Bernardo sia nel Municipio III (Città studi, Lambrate, Porta Venezia) che nel centro storico di Milano. Ma anche nella periferia di Baggio e di Niguarda, il primo cittadino milanese ha strappato un significativo 55 per cento con il suo rivale staccato di circa 20 punti. Sempre parlando di periferie, va però detto che già nel 2016 Sala aveva vinto oltre che a Niguarda anche a Rogoredo (da sempre in mano al Partito Democratico).
A Napoli Manfredi ha la meglio anche a Scampia e Secondigliano
Come a Milano, a Napoli la geografia elettorale riporta una vittoria netta di Manfredi: in tutti i quartieri ha stracciato la concorrenza di Catello Maresca. Detto di Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio, a Scampia la differenza è stata abissale: oltre il 40 per cento, mentre a Secondigliano il divario ha toccato il 45 per cento con Manfredi stabilmente sopra il 60. A Chiaia e Posillipo, i quartieri bene della città, invece, il nuovo sindaco ha conseguito il risultato meno eclatante, arrivando comunque al 51 per cento con Maresca che ha dovuto accontentarsi del 29.
A Bologna Lepore vince (di poco) anche nella zona Colli
A Bologna, invece, Matteo Lepore ha superato dappertutto il 50 per cento, tranne che nella zona del Colli, tra le più benestanti e da sempre vicine al centrodestra, dove si è “fermato” al 48,3 per cento, facendo comunque meglio di Fabio Battistini che qui ha raggiunto il 45 per cento. Il quartiere che invece ha sospinto maggiormente il neo sindaco è Corticella, periferia del capoluogo emiliano, con il 66 per cento dei voti.
Torino: Lo Russo bene in centro e nel quadrante sud, Barriera Milano e Rebaudengo in mano al centrodestra
Quadro diverso a Torino che si prepara al ballottaggio: il candidato del centrosinistra, Stefano Lo Russo, ha vinto in centro (47 per cento contro il 41) e in tutto il quadrante sud della città, compresi i quartieri di San Salvario, del Lingotto e di Mirafiori. Nella periferia nord di Barriera di Milano e Rebaudengo, è andato sotto di otto punti percentuali rispetto all’avversario, Paolo Damilano, che sorride anche per i voti conquistarti alle Vallette, sempre area settentrionale.
LEGGI ANCHE: Slavini, il crollo della Lega