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Amministrative 2022, da Genova alla Sicilia: problemi e dubbi di partiti e coalizioni

Stabilite le date delle prossime Amministrative: primo turno il 12 giugno, ballottaggi il 26. Poi sarà la volta delle regionali siciliane, da sempre termometro della situazione nel Paese. Ma da Nord a Sud, la costante è la precaria tenuta di partiti e coalizioni.

4 Aprile 2022 16:36 Stefano Iannaccone
Amministrative 2022, da Genova alla Sicilia problemi e dubbi di partiti e coalizioni (2)

Per gli italiani sarà un voto in costume. Con i partiti uniti più per necessità che per convinzione. In un clima di grande confusione, una certezza è stata fissata: il primo turno delle amministrative sarà previsto per il prossimo 12 giugno, insieme ai referendum sulla Giustizia. Eventuali ballottaggi saranno in programma il 26 giugno. A inizio estate. Certo, la tornata non è paragonabile a quella dello scorso anno, quando si eleggevano i sindaci delle metropoli, da Roma a Milano, passando per Bologna, fino ad arrivare a Napoli. Ma in palio ci sono comunque amministrazioni pesanti, come Genova, Verona e Padova, al nord. Percorrendo l’Italia c’è anche si vota a Parma, dove si avvia alla fine il ciclo Pizzarotti, e L’Aquila, che ha sempre un certo interesse, dovendo ancora affrontare problemi legati alla ricostruzione. Al Sud, oltre alle città isolane di Palermo e Messina, i fari sono puntati su Taranto. Ma la vera sfida, da sempre un termometro per capire le dinamiche nazionali, è quella delle Regionali in Sicilia, calendarizzata qualche mese dopo (la decisione sarà assunta nelle prossime settimane). Il voto sarà prezioso per capire le mosse dei partiti, nell’epoca del governo Draghi, che comunque rappresenta un’anomalia per la sua formazione, e in vista delle Politiche del 2023.

Il 12 giugno in molti comuni italiani si voterà per eleggere il nuovo sindaco: da Genova alla Sicilia, la tenuta di partiti e coalizioni
Il governatore della regione Sicilia Nello Musumeci

Le Regionali siciliane e le ripercussioni sul voto alle Amministrative di giugno

Proprio in Sicilia, in autunno, si capirà che aria tira tra i partiti. Le avvisaglie non sono certo delle migliori. La Lega di Matteo Salvini ha lanciato la lista Prima l’Italia, trovando l’apprezzamento di Forza Italia e e delle altre formazioni minori che in Sicilia hanno un loro peso. La mossa ha però aperto una faglia nel centrodestra: Fratelli d’Italia vuole riconfermare il presidente uscente, Nello Musumeci. E il partito di Giorgia Meloni non è affatto intenzionato a fare passi indietro rispetto alla candidatura. Il braccio di ferro appare solo all’inizio e questo potrebbe ripercuotersi anche sulle Amministrative, che invece hanno una scadenza più imminente. Ma dall’altra parte non è che la situazione sia migliore. Il rapporto tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle sta attraversando una fase critica a livello nazionale, mentre sul piano locale in molte realtà le criticità sono già nei fatti. Certo, a Palermo alla fine Giuseppe Conte ha avallato la scelta dell’uomo di fiducia di Leoluca Orlando, Franco Miceli, voluto dal Pd, sebbene la scelta non sia stata facile.

Il 12 giugno in molti comuni italiani si voterà per eleggere il nuovo sindaco: da Genova alla Sicilia, la tenuta di partiti e coalizioni
Marco Bucci, sindaco di Genova (Getty)

Genova: Marco Bucci, candidato di Centrodestra, ha ottenuto l’appoggio di Azione

Si diceva che i matrimoni forzati sono in leitmotiv delle Amministrative 2022. La legge elettorale in vigore, con il doppio turno, impone delle intese digerite a colpi di maalox. A Genova, per esempio, il sindaco uscente, Marco Bucci, deve portare avanti la titanica impresa di tenere insieme la Lega alla lista di Giovanni Toti, che in Liguria ha ovviamente la sua roccaforte, dopo che sul piano nazionale, tra Salvini e lo stesso Toti, sono volati stracci. Bucci garantisce che non ci saranno problemi e forse alla fine avrà ragione. Intanto è riuscito ad arruolare anche Azione di Carlo Calenda, seppure senza il simbolo ufficiale. Dall’altra parte il candidato del centrosinistra, Ariel Dello Strologo, ha unito tutte le sigle del centrosinistra, da Sinistra italiana al Pd, includendo nella coalizione anche i 5 Stelle, inizialmente scettici sulla sua candidatura. Solo che, oltre ad Azione, ha perso per strada i renziani di Italia viva, orientati a correre da soli.

Il 12 giugno in molti comuni italiani si voterà per eleggere il nuovo sindaco: da Genova alla Sicilia, la tenuta di partiti e coalizioni
L’ex calciatore della Roma Damiano Tommasi (Getty)

Destra spaccata a Verona, a sinistra il candidato è l’ex calciatore della Roma Damiano Tommasi

Senza fare l’elenco di ogni contesto, il quadro è proprio questo: tra divisioni locali, tipiche delle Comunali, e tensioni sul piano nazionale, alimentate dal momento storico di per sé complicato, è difficile formulare una previsione sulla tenuta delle alleanze. Un’altra cartina di tornasole di questo mix di problemi è Verona. La destra va in ordine sparso, il sindaco in carica Federico Sboarina, eletto da indipendente cinque anni fa e ora accasatosi con Fratelli d’Italia, è sostenuto dalla Lega e da Coraggio Italia, che in Veneto vede Luigi Brugnaro, primo cittadino di Venezia, come regista. Ma nella stessa area politica c’è uno sfidante, Flavio Tosi, ex sindaco della città, che con la sua “Verona Domani” è dato vicino a Forza Italia. Ha l’obiettivo di indebolire la Lega, il suo partito di provenienza, prima della rottura con Salvini. In campo, non quello di calcio, dove si era fatto conoscere soprattutto con la maglia della Roma, c’è poi Damiano Tommasi per il centrosinistra, capace di unire per il suo profilo civico Pd e 5 Stelle. Un’intesa che ha automaticamente escluso Calenda, che appena vede il Movimento in coalizione si chiama fuori. Giusto per rendere l’idea di cosa può attendere Enrico Letta nel suo progetto di campo largo alle prossime elezioni.

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