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Un diavolo per caudillo

Un asse che unisce il partito Vox ai leader della destra latinoamericana: da Bolsonaro a Fujimori. Questo il piano di Santiago Abascal basato sulla Carta di Madrid, un documento anticomunista che ha già 8 mila sottoscrittori.

19 Ottobre 2021 09:11 Nicolò Delvecchio
Il leader di Vox Santiago Abascal ha un piano per unire la destra dell'America Latina. La base è la Carta di Madrid, documento anti-comunista

Cattolici ed evangelici, neoconservatori e ultraliberali. E anche populisti di destra, nostalgici delle dittature militari del secolo scorso. Sono personaggi del genere a costituire l’alleanza “anti-comunista” che il partito spagnolo Vox di Santiago Abascal sta costruendo in America Latina. Tra i leader ci sono Eduardo Bolsonaro, figlio del presidente brasiliano, Keiko Fujimori, figlia dell’ex dittatore Alberto per tre volte candidata alla presidenza del Perù e per tre volte sconfitta (oltre che indagata per riciclaggio e finanziamenti illeciti), José Antonio Kast, leader del Partito Repubblicano cileno che si è opposto all’abrogazione della costituzione scritta dal regime di Pinochet. Tutti accomunati dal rigetto viscerale di qualsiasi governo di sinistra.

Vox lancia la Carta di Madrid per liberare la Iberosfera dal comunismo

Come scrive El Pais, che disegna una mappa di questa alleanza anticomunista sudamericana, il punto di partenza è quello che Vox considera il suo “capolavoro”, cioè la Carta di Madrid. Si tratta di un manifesto che mette in guardia circa la presunta avanzata del comunismo nella Iberosfera, termine con cui il partito ha ribattezzato l’America centrale e latina. Parte di questa regione, dice la Carta, è stata già «sequestrata» dai regimi totalitari di ispirazione comunista, che «si finanziano grazie al traffico di droga» sotto l’egida del regime di Cuba. Obiettivo dei firmatari del documento, quindi, è quello di lottare per una Iberosfera fondata «sul rispetto della democrazia, dei diritti umani, del pluralismo, della dignità umana e della giustizia». Il manifesto, che ha già raggiunto 8 mila sottoscrizioni, nelle intenzioni di Abascal dovrebbe fornirsi di una struttura permanente e un piano d’azione annuale, in una nuova organizzazione internazionale chiamata Forum di Madrid. Un’alternativa al Forum di San Paolo e al Gruppo Puebla, due piattaforme della sinistra latina che vanno dal Partito comunista cubano a personalità più socialdemocatiche (come l’ex premier spagnolo Zapatero e l’ex presidente uruguaiano Pepe Mujica).

Eduardo Bolsonaro e Santiago Abascal (foto da Instagram @santi_abascal)

La rete di Abascal: dal colombiano Pastrana al portoghese Gonzales Coello

Invece di creare un’alleanza di partiti, Abascal sta reclutando personalità su base individuale. Questo gli ha permesso di trovare tra i suoi alleati l’ex presidente colombiano Andrés Pastrana, che il 10 ottobre si è unito con un videomessaggio a Viva 21, la manifestazione di Vox alla quale ha partecipato anche Giorgia Meloni, e che a giugno era intervenuto via web a un meeting dei Conservatori e Riformisti europei con tutti i partiti dell’ultradestra del continente. Come “ambasciatori” in America Latina, Abascal si serve dell’europarlamentare di Vox Hermann Tertsch (spagnolo, ma figlio di un diplomatico dell’Austria nazista) e del portoghese Victor Gonzalez Coello, legato ai gruppi fondamentalisti cattolici del suo Paese. I due hanno partecipato all’insediamento del nuovo presidente conservatore dell’Ecuador Guillermo Lasso, e sono stati ricevuti in Colombia dall’ex presidente Alvaro Uribe e in Perù da Keiko Fujimori.

Il piano di Vox non sfonda in Messico

Lo sbarco di Vox ha subito una seria battuta d’arresto all’inizio di settembre in Messico. Abascal, invitato al Senato messicano per un convegno contro l’aborto, ha colto l’occasione per presentare la Carta di Madrid, annunciando anche che 14 senatori del Pan (partito conservatore di Città del Messico) e tre senatori del Pri (centro-conservatore) l’avevano sottoscritta. I primi hanno smentito, i secondi hanno ammesso di aver commesso «un errore». In quei giorni, poi, i media messicani hanno rilanciato un tweet di Abascal in cui il segretario di Vox si diceva «orgoglioso» della colonizzazione del Messico: «La Spagna è riuscita a liberare milioni di persone dal sanguinoso regime del terrore degli aztechi», ha scritto. Tra i leader di destra che hanno sfilato sullo schermo di Viva 21, quindi, non c’erano messicani.

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I legami con l’ultradestra statunitense e trumpiana

Ma c’era il senatore repubblicano del Texas Ted Cruz, tra i politici di punta in uno Stato già governato dall’ultraconservatore Greg Abbott. Abascal, non a caso, ha partecipato alla Conservative Political Action Conference (una convention conservatrice che si tiene ogni anno) del 2020 chiusa dall’allora presidente Donald Trump. Un legame con la destra americana sempre più forte, come ha evidenziato un articolo del Washington Post del 12 ottobre: «Si intensifica l’alleanza dei repubblicani con l’estrema destra europea». Eppure, El Paìs evidenzia come nel blocco potrebbe esserci già qualche rivalità: a settembre Abascal preferì andare in Messico invece di partecipare a una conferenza conservatrice organizzata a Brasilia da Eduardo Bolsonaro, insieme al figlio di Trump.

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