Cacciatori di rifiuti alieni

Fabrizio Grasso
28/07/2021

Cercare tracce di tecnologia extraterrestre nello spazio con l'aiuto di decine di telescopi. A partire dal misterioso oggetto interstellare Oumuamua. Ecco di cosa si occuperà il progetto Galileo dell'Università di Harvard.

Cacciatori di rifiuti alieni

Spazio, ultima frontiera. Da Star Trek a Independence Day, il cinema ha fantasticato per decenni sulla tecnologia aliena. Da sempre l’uomo crede infatti che gli extraterrestri, qualora esistano, siano tecnologicamente più avanzati rispetto alla vita sulla Terra. Ora un progetto internazionale guidato dall’Università di Harvard intende provare l’esistenza degli alieni andando alla ricerca di scarti tecnologici dispersi nello spazio. Tramite l’utilizzo di telescopi di ultima generazione, infatti, gli scienziati scandaglieranno ogni area raggiungibile, sperando di trovare tracce di vita aliena.

Il progetto Galileo indagherà sugli avvistamenti e sull’oggetto interstellare Oumuamua

«Data l’abbondanza di sistemi Terra-Sole recentemente scoperti, questo studio intende ricordare agli esseri umani che non possono più ignorare la possibile esistenza di civiltà tecnologiche extraterrestri (Etc)». Con queste parole il team di scienziati ha presentato il progetto Galileo, promosso dal professore di astronomia di Harvard Avi Loeb e dal Ceo di Bruker Corporation, Frank Laukien. Il progetto giunge a seguito del  rapporto pubblicato lo scorso mese dal governo degli Stati Uniti circa una serie di fenomeni aerei non identificati segnalati dal personale della marina. L’obiettivo è anche fare chiarezza sull’avvistamento nel 2017 di Oumuamua, oggetto interstellare a forma di pancake che ha acceso il dibattito fra gli esperti. «Si tratta di un oggetto dalle proprietà anomale che sfidano le spiegazioni naturali», hanno spiegato gli scienziati al Guardian. «Potrebbe trattarsi di un oggetto tecnologico alieno, simile a una vela leggera o un dispositivo di comunicazione».

Decine di telescopi puntati sullo spazio

Galileo si muoverà seguendo tre obiettivi di ricerca. Intento primario sarà quello di ottenere immagini ad alta risoluzione degli Unidentified Aerial Phenomena o Uap (fenomeni aerei non identificati). In secondo luogo, si cercheranno oggetti interstellari simili a Oumuamua, in modo da condurre ricerche più approfondite che possano dare risposte alle molte domande degli scienziati. Infine, lo studio intende cercare tracce di satelliti Etc eventualmente dispersi nello spazio profondo. «È importante sottolineare che il progetto Galileo ha dei limiti», ha affermato Lukien, riferendosi al fatto che la ricerca si baserà solo su spiegazioni fisiche ed eventi certificati piuttosto che su speculazioni o presunte osservazioni. «Vogliamo diradare la nebbia attraverso un’analisi trasparente e scientifica fornita dai nostri dati, non da quelli classificati del governo». Al momento il progetto è ancora nella fase organizzativa, con il team intento a pianificare l’installazione di decine di telescopi in tutto il mondo. Ciascun sistema sarà composto da due strumenti da 25 centimetri dotati di fotocamera capace di inquadrare oggetti di interesse anche a grandi distanze. Un collegamento informatico sarà poi devoluto al filtraggio dei dati. «Il nostro obiettivo è quello di avere risposte interessanti per il prossimo anno», ha concluso Loeb in una recente conferenza stampa.