C’è un caso molto particolare che sta animando il dibattito nel mondo del calcio femminile. Alice Pignagnoli, 34enne portiere della Lucchese, formazione che milita in Serie C, ha denunciato la sua società perché non le garantirebbe lo stipendio a causa di una gravidanza. L’estremo difensore lo ha raccontato al Quotidiano Nazionale: «Sono incinta e la mia squadra mi ha tolto lo stipendio. A metà ottobre ho scoperto di essere incinta per la seconda volta. L’ho comunicato al manager della Lucchese, Mario Santoro, e mi sono sentita dire che gli impegni presi in estate vanno rispettati: non era più loro intenzione pagarmi ciò che mi spetta».

Il racconto di Pignagnoli: «Delusa dalla società»
Durante l’intervista, Pignagnoli racconta con grande amarezza cos’è successo e soprattutto lo stupore nell’ascoltare le parole del manager. «Dopo quanto successo due anni fa col Cesena, non me lo sarei mai aspettato», ha dichiarato. Il riferimento è alla sua prima gravidanza, con la sua ex società a rinnovarle il contratto quando era incinta al settimo mese. Il portiere della Lucchese accusa: «È la società che mi ha deluso. Fino a ieri mattina non mi erano nemmeno state pagate le prime tre mensilità di questa stagione. Poi è uscita la notizia, ed ecco arrivati i soldi».

Pignagnoli sarà svincolata dall’1 luglio
«Per una donna», prosegue Pignagnoli, «dovrebbe essere normale sognare di fare la calciatrice e avere una famiglia. Sono incredula, ogni anno ci sono giocatori che si fanno male a lungo: una società dovrebbe essere pronta a tutto. A giugno partorirò e dal 1° luglio sarò svincolata. Chissà se ci sarà una società che avrà la forza di offrirmi un contratto». In un lungo post su Instagram, poi, Pignagnoli è ritratta con il pancione e parla alla creatura che porta in grembo del suo dolore: «Sono stati mesi molto difficili. Allontanarmi dal campo è, per me, sempre un lutto a tutti gli effetti. Poi, contrariamente a quanto mi aspettassi, trovare una società ostile come la Lucchese, che mi ha ferito come donna, madre e atleta ha creato un solco profondo. Mi sono sentita sola, inutile, incapace, un giocattolo vecchio da gettare».
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