Alfredo Cospito in sciopero della fame sviene e si rompe il naso

Continua la protesta dell'anarchico contro il regime del 41 bis.

Alfredo Cospito in sciopero della fame sviene e si rompe il naso

Continua senza sosta lo sciopero della fame di Alfredo Cospito, l’anarchico che da 100 giorni è in carcere in regime del 41 bis. L’uomo protesta contro questa forma di misura detentiva speciale e, a causa della debolezza, è scivolato mentre si stava facendo la doccia e si è rotto il naso. In base a quanto riportato da Tgcom24, Cospito avrebbe avuto un mancamento causato proprio dal fatto che si rifiuta di mangiare.

Alfredo Cospito continua con il suo sciopero della fame in carcere: è svenuto e, cadendo, si è rotto il naso.
Alfredo Cospito in tribunale – (Facebook)

Alfredo Cospito in sciopero della fame

Ad informare la stampa della disavventura di Cospito è stato il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, che ha anche precisato che le condizioni di salute del suo assistito siano «in netto peggioramento». Il deterioramente fisico da malnutrizione, così come riferito dalla dottoressa del carcere di Sassari, arrecherebbe al detenuto delle profonde difficoltà a svolgere delle normali mansioni, come anche camminare. «Sta facendo uso anche della sedia a rotelle – ha detto il suo legale – tutti i valori sono in calo e c’è rischio di edema cerebrale».

Alfredo Cospito continua con il suo sciopero della fame in carcere: è svenuto e, cadendo, si è rotto il naso.
Alfredo Cospito – (Facebook)

Le parole della dottoressa

Angelica Milia, la dottoressa di fiducia di Alfredo Cospito, ha fatto appello insieme all’avvocato dell’anarchico affinché l’udienza sul regime di carcere duro fissata tra tre mesi venga anticipata. «Ha le piastrine molto basse – ha spiegato – e anche un piccolo taglio può provocare una forte emorragia che, viste le sue condizioni generali di salute e il fatto che non si stia alimentando da 100 giorni, può avere conseguenze gravissime». «Dopo la caduta e le cure ricevute in clinica – ha aggiunto – ora è molto provato ma il dolore al naso si è ridotto. Non riesce però ad avere una termoregolazione normale, indossa tre pantaloni e quattro maglioni per cercare di riscaldarsi. È chiaro che non possa continuare a rimanere in questo carcere, deve essere trasferito in una struttura che possa garantirgli assistenza sanitaria adeguata».