Alfredo Cospito ha scritto una lettera che è stata letta dal suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, durante una conferenza stampa in Senato. L’anarchico, tornato al carcere di Opera dopo un periodo in ospedale, è ancora al 41 bis. Il suo sciopero della fame dura da mesi e le sue condizioni di salute vanno peggiorando. Ma Cospito ha dichiarato di essere «pronto a morire» pur di far luce e accendere i riflettori su «cosa è veramente il 41 bis».
La lettera di Cospito: «Pronto a morire»
Nella lettera che Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Cospito, ha letto al Senato durante una conferenza stampa, l’anarchico scrive: «“Il più grande insulto per un anarchico è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini ma articoli per riviste anarchiche: mi era permesso di leggere quello che volevo, di evolvere. Oggi sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa è veramente il 41 bis. Settecentocinquanta persone lo subiscono senza fiatare». Un passaggio di grande impatto, riportato da Albertini e dal professor Luigi Manconi.

La difesa: «Faremo ricorso al Cedu»
Rossi Albertini ha poi parlato della situazione attuale, annunciando che la difesa presenterà «ricorso alla Cedu. Riteniamo che esistono diversi profili da portare davanti alla corte di Strasburgo. Stiamo analizzando la possibilità di richiedere un provvedimento di urgenza». E sulle condizioni di Cospito dice: «Fisico estremamente provato, ha perso oltre 50 chili, ma è tenace, è determinato ad andare avanti e infatti ha deciso di sospendere integratori potassio e zucchero. Il morale è fiero ed è convinto che possa vincere questa battaglia che è per la vita: non ha aspirazioni di suicidio».

Giovedì 2 marzo un presidio sotto la sede di FdI a Milano
Intanto le proteste degli anarchici proseguono. Sui profilo social di un centro sociale milanese, Galipettes, si legge che «l’assemblea cittadina milanese contro il 41 bis e l’ergastolo ha indetto per giovedì 2 marzo un presidio solidale a Cospito sotto la sede di Fratelli d’Italia a Milano». E ancora: «Restiamo al fianco di Alfredo, fino all’ultimo respiro. I fascisti della Meloni che sono da mesi al governo non sono soltanto i responsabili politici della condanna a morte del compagno, ma anche di tutte quelle morti che ordinariamente avvengono all’interno delle carceri italiane, delle centinaia di morti che lo Stato assassina quotidianamente sul posto di lavoro, nelle guerre imperialiste finanziate e appoggiate anche dall’Italia, delle morti sui confini e nel mar Mediterraneo. Pochi giorni fa l’ennesimo drammatico naufragio vicino alle cose di Crotone. Altre decine di morti. E dal governo soltanto dichiarazioni vomitevoli che non fanno altro che alimentare il nostro odio nei loro confronti. Andiamo a gridare tutta la nostra rabbia sotto le finestre di questi assassini».