Uno sciopero della fame definito «strumentale» dai giudici del Tribunale di Milano chiamati a valutare il differimento della pena agli arresti domiciliari per Alfredo Cospito, che si è visto rigettare l’istanza presentata dalla difesa: «La strumentalità della condotta che ha dato corso alle patologie oggi presenti è assolutamente certa». L’anarchico, da 5 mesi in sciopero della fame, dovrà restare al 41 bis, nel reparto protetto dell’ospedale San Paolo di Milano. Le condizioni di salute in cui versa sono state ritenute «il frutto di una deliberata e consapevole scelta e attraverso l’ubicazione nel reparto ospedaliero dove si trova possono essere monitorate nel modo più attento».
Rigettata l’istanza presentata dalla difesa di Alfredo Cospito
Il respingimento della richiesta di differimento pena in arresti domiciliari presso l’abitazione della sorella di Cospito, a Viterbo, presentata per gravi motivi di salute dagli avvocati difensori, Maria Teresa Pintus e Flavio Rossi Albertini, è stata confermata anche dal Tribunale di sorveglianza di Sassari. Nel provvedimento relativo si legge che «le attuali condizioni di salute di Cospito sono oggettivamente incompatibili con la carcerazione, in regime di 41 bis o meno», ma visto che «lo stato di malattia è esclusiva conseguenza delle determinazione dello stesso detenuto sopra riassunte, nessun differimento, sotto alcuna forma, può essere disposto».

Il contenuto degli atti di respingimento
Gli atti contenenti il respingimento della richiesta sono firmati dalla presidente della Sorveglianza, Giovanna Di Rosa, e dalla giudice Ornella Anedda e mettono in evidenza che «la condizione clinica del detenuto è diretta conseguenza dello sciopero della fame che egli sta portando avanti fin dall’ottobre 2022». «Si tratta, come dallo stesso affermato sia tramite il suo difensore, di una forma di protesta non violenta consistente nel comportamento volontario di rifiuto dell’alimentazione (con assunzione però di acqua, sale, zucchero, integratori, di recente questi ultimi rifiutati) per protestare contro il regime del 41 bis», si legge ancora nelle carte.
La sintesi della vicenda giudiziaria vuole evidenziare come nessuna delle autorità competenti intenda negare le pericolose condizioni di Cospito, condizioni di salute certificate da relazioni mediche dove si evince «l’elevato rischio di conseguenze, anche gravi e imprevedibili, di natura cardio-circolatoria (nella specie di aritmie ventricolari)», ma nemmeno deresponsabilizzarle.