Ritenuto uno degli elementi di spicco del mondo anarchico torinese, Alfredo Cospito si trova in carcere da dieci anni per la gambizzazione, nel 2012, dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi. Da mesi in sciopero della fame contro il 41-bis, la misura del carcere duro a cui è stato condannato, sta andando in contro ad un peggioramento delle sue condizioni di salute che hanno spinto le autorità a trasferirlo da Sassari a Milano (Opera).
Chi è Alfredo Cospito
Nato a Pescara nel 1967 ma residente nel quartiere San Salvario di Torino, il suo nome figura nelle inchieste sul mondo dell’insurrezionalismo già nel 1996. Redattore del foglio anarchico rivoluzionario Kn03 (la formula chimica del nitrato di potassio, uno degli elementi per creare un fumogeno), che non circola più dal 2008, insieme alla compagna Anna Beniamino ha creato un gruppo che prendeva il nome proprio da quella pubblicazione.

Considerato dagli investigatori uno dei leader della Fai, la Federazione anarchica informale che riunisce vari gruppi dediti all’intimidazione armata rivoluzionaria, dieci anni fa è stato condannato per l’attentato contro Adinolfi rivendicato proprio dal Nucleo Olga della Fai. Arrestato quasi subito con il suo complice ed amico Nicola Gai, tornato libero nel 2020 dopo uno sconto della pena in appello, mentre era in carcere è stato accusato anche dell’attentato del 2006 contro la Scuola dei Carabinieri di Fossano. Per questo episodio, in cui due ordigni vennero piazzati all’interno di due cassonetti all’ingresso dello stabile (senza causare morti né feriti), la Cassazione lo ha condannato all’ergastolo ostativo per il reato di strage contro la sicurezza dello stato.

Lo sciopero della fame
Cospito è il primo anarchico a finire al 41-bis, misura disposta lo scorso maggio per quattro anni. Da tre mesi è in sciopero della fame e le sue condizioni di salute continuano a peggiorare di giorno in giorno. Lo scorso dicembre, il Tribunale di sorveglianza ha respinto il reclamo avanzato dai suoi difensori contro il regime di carcere duro, decisione contro la quale i legali hanno fatto appello in Cassazione. L’udienza, inizialmente fissata ad aprile, è stata anticipata al 7 marzo.