Secondo alcune popolazioni indigene del Sud America il futuro è alle nostre spalle perché non possiamo vederlo. Davanti a noi c’è solo il passato che abbiamo vissuto. Questo 2022 ci rimane di fronte agli occhi ma vorremmo, forse, non averlo visto. L’alfabeto dell’anno inizia infatti con la A delle armi che hanno ripreso a tuonare e finisce con la Zeta di Zelensky, il presidente ucraino che voleva essere un uomo del popolo ed è diventato un combattente. Ma non ci sono state solo guerra e sofferenza. E forse ripassando quello che abbiamo visto e cercando di scoprire quello che sarà, l’alfabeto ha più senso dell’oroscopo. Ecco dunque le lettere che hanno scandito l’anno che sta finendo.
A come armi
Missili, droni killer, le atomiche “tattiche”… La guerra in Ucraina e le mire cinesi su Taiwan hanno rilanciato la folle corsa agli armamenti. Con il nuovo governo l’Italia punta a investire il 2 per cento del Pil in spese militari. Il 2022 ha ricordato troppo spesso il 1939. «Sei ancora quello della pietra e della fionda», come scriveva Quasimodo.

B come Boris Godunov
L’opera russa che ha inaugurato la stagione lirica della Scala sarà ricordata più per il parterre affollato e per la calca sul palco reale che per la messa in scena. Il più atteso, il presidente Sergio Mattarella, è tornato a casa col Covid. Morettianamente si è fatto più notare chi non c’era.
C come Clima
Ogni tanto gli ineffabili talk show esibiscono ancora un sedicente scienziato che nega i cambiamenti climatici. Intanto il 2022 è stato uno degli anni più caldi da quanto si misurano le temperature: abbiamo visto il Po diventare un rigagnolo e in Italia si sono verificati più di 250 eventi meteorologici estremi.
D come Draghi
Una delle prime volte che l’Italia aveva un premier popolare (secondo i sondaggi il 63 per cento degli italiani lo apprezzava) si è preferito mandarlo a casa (Next stop Quirinale?). Il suo lascito è il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sui cui tempi di realizzazione è già polemica e scontro politico.

E come Elisabetta II
È uscita di scena dopo 70 anni di Regno. Dopo di lei il diluvio. La Gran Bretagna sta pagando il conto dell’illusione Brexit e i Windsor ormai sono più un cattivo reality show che una dinastia.

F come Ftx
Se non avete mai capito cosa sono le criptovalute, allora avete capito cosa sono le criptovalute. Ftx, una delle più grandi piattaforme di scambio di denaro virtuale si è rivelata una colossale truffa. Per l’osannato giovane guru Sam Bankman-Fried è finita la vita da miliardario. È stato arrestato alle Bahamas dove pensava di essere al sicuro.
G come Giorgia Meloni
Nell’Italia che ormai consuma leader a un ritmo di uno ogni sei mesi è arrivato il suo momento. Sicuramente una svolta c’è stata. Il femminismo di sinistra non ha mai portato una donna alla guida del governo. La prima premier è la discendente di un’ideologia che pensava che le donne dovessero solo fare figli.

H come House of the Dragon
Se non altro un’età dell’oro la stiamo vivendo, quella delle serie televisive. House of the Dragon ha cercato di riportare in vita la magia del Trono di spade in concorrenza con The Rings of Power, prequel (apocrifo) de Il signore degli anelli. Battaglia a suon di fantasy e di budget milionari.
I come Iran
L’età media della popolazione iraniana è di 27 anni, il 22 per cento ha tra i 15 e i 24 anni. Il regime assassino degli ayatollah può pensare di tenere i giovani a bada con i patiboli, ma la rivoluzione è alle porte.
J come Juventus
Calciopoli ritorna. Si inizia ancora dalla Juve, che potrebbe anche rischiare la Serie B, ma i peccati della squadra più amata e odiata d’Italia, a partire dalle plusvalenze, sono comuni a tutte le società professionistiche di calcio. Non è una questione di tifo, ma di regole.

K come Kosovo
Il Kosovo, stato autoproclamatosi indipendente nel 2008 e riconosciuto solo da una parte della comunità internazionale (e neppure da tutta l’Unione europea) è ai ferri corti con la confinante Serbia. Sullo sfondo Vladimir Putin e la sua speranza di aprire un altro fronte europeo.
L come Libertà
Se c’è una cosa che ci insegna il 2022 è quanto la libertà sia un bene prezioso e a rischio. Secondo il V-Democracy Institute, la maggioranza della popolazione globale è tornata a vivere in Paesi classificati come autocrazie per la prima volta dal 2001.
M come Musk
L’uomo più ricco del mondo e, a quanto pare, uno di quelli più fuori controllo. Ha comprato per 44 miliardi di dollari Twitter e lo sta trasformando in un giocattolo personale fomentando odi politici e teorie del complotto. Ma forse ora lo vuole già mollare. Difficile non essere d’accordo con Bernie Sanders: «In una società giusta i miliardari non dovrebbero esistere».

N come Nft
Vedi alla voce Ftx. Gli asset crittografici digitali che si basano sulla blockchain (qualsiasi cosa voglia dire) sembravano il futuro degli investimenti. Nel 2022 il volume degli scambi dei non-fungible token è crollato del 92 per cento, il prezzo medio è sceso dell’84 per cento, gli acquirenti sono calati del 47.
O come Orban
È ormai difficile non considerare il premier ungherese come un autocrate. Lo si è visto anche di recente sfoggiare una sciarpa che inneggiava a una «grande Ungheria». Ma il paese è in crisi economica e i fondi del Pnrr sono a rischio.
P come Putin
Di lui aveva già detto tutto Anna Politkovskaja nel 2004: «Nel XXI secolo le persone intelligenti non costringono i propri concittadini a un bagno di sangue. È quando non si vuole bene alla propria gente che cominciano le disgrazie. Peccato che, come sempre, il potere sia in mano ai mediocri, mediocri cronici».

Q come Qatar 2022
Dal calcio agli scandali. Dei diritti umani nel Paese del Golfo probabilmente fra qualche settimana non parlerà più nessuno. Ma la tangentopoli europea innescata dai contanti e dai favori degli sceicchi che volevano il Mondiale può insegnarci qualcosa sui grandi eventi globali e su come questi vengano assegnati.
R come Reddito di cittadinanza
Chi lo considera un sostegno indispensabile a chi ha bisogno e chi solo la contropartita di un voto di scambio. Il governo Meloni annuncia la stretta. Giuseppe Conte agita la piazza. Il tema caldo del 2023 è servito.
S come Sanremo
Chi l’avrebbe detto. Il più grande spettacolo nazional popolare italiano, che sembrava il baluardo di un’Italia ostile al cambiamento e il cimitero creativo di un Paese ingessato, alla fine sta diventando la vetrina di una nuova Italia. Dai Måneskin a Mahmood, da Blanco a una nuova generazione di rapper. Un Paese più giovane, aperto, diverso e creativo.
T come Totti e Ilary
Siamo preoccupati per gli scenari globali, ma ci piace ancora spiare dal buco della serratura. Il gossip quest’anno è stato all’insegna di calcio, soldi, belle donne e tradimenti. Non solo l’ex Re di Roma Francesco Totti e la starlet tivù Ilary Blasi, anche la procuratrice showgirl Wanda Nara e il bomber appassito Mauro Icardi.

U come Ucraina
Per Putin era un Paese che non esisteva. Dieci mesi di resistenza hanno dimostrato il contrario. Oggi per lo zar è un Paese che non deve più esistere. Ma la storia è maestra: la guerra di annientamento ha un prezzo anche per chi la scatena.
V come virus
Il Covid ruggisce meno, ma c’è ancora. Abbiamo, a quanto pare, scampato il vaiolo delle scimmie. Adesso è l’influenza australiana a riempire gli ospedali. Ma attenzione c’è anche quella “del cammello” che arriva dal Qatar. La nostra vigilanza e attenzione su ogni tipo di virus è diventata ossessiva. Bene per la prevenzione, ma male per l’ansia.
W come White House
Joe Biden, il primo presidente ottuagenario della storia americana, si è dimostrato più forte del previsto con le elezioni di medio termine. A inizio 2023 annuncerà se correrà per un secondo mandato. Sullo sfondo un Donald Trump sempre più debole, ma ancora in pista. Per la presidenza si affaccia anche il governatore della Florida Ron De Santis.
X come Xi Jinping
Una volta gli imperatori cinesi spedivano ai rivali sconfitti o alle concubine non più gradite un nastro di seta. Era un invito a farsi da parte strangolandosi. Il XX Congresso nazionale del Partito comunista cinese ha consolidando il potere ormai assoluto di Xi. L’ex leader Hu Jintao è stato platealmente scortato fuori dal palco con un gesto meno poetico del nastro di seta, ma che ha lo stesso significato.

Y come Ye
Un apologo sulla celebrità nel XXI secolo. Il rapper Kanye West, che oggi si fa chiamare Ye, è stato osannato dai fan e arricchito dagli sponsor. Si è creduto un genio intoccabile. Prima la deriva trumpiana, poi esternazioni sempre più scellerate. L’ultima sua uscita è stata una appassionata difesa di Hitler. Non merita più indignazione, solo l’oblio.
Z come Zelensky
Un attore comico diventato prima presidente dell’Ucraina e poi eroe nazionale e globale. Persona dell’anno di Time. Davanti alle armate di Putin avrebbe dovuto alzare le mani, capitolare o scappare. Per una volta non ha seguito il copione già scritto. È rimasto e ha guidato la resistenza, ispirando un popolo. Ma la sua lotta non è ancora finita.