I giornali, si sa, vivono delle copie vendute ai lettori (sempre meno) e soprattutto di investimenti pubblicitari (in contrazione, pure quelli). Oltre ai contributi pubblici diretti, solo per alcuni: ed è il caso di Libero. A cui però evidentemente i finanziamenti statali non bastano, a giudicare da quanto ha preso sul personale una questione di pubblicità Alessandro Sallusti, direttore responsabile di Libero da maggio 2021 dopo essere stato al timone de il Giornale per 11 anni. Uno che di stampa di destra se ne intende insomma, eccome: ecco perché gli si deve essere “chiusa la vena” quando ha scoperto dove il leghista Massimiliano Fedriga destina i soldi della sua regione, il Friuli-Venezia Giulia. E cioè in direzione della galassia Gedi, nello specifico dentro le casse di due quotidiani arcinemici, la Repubblica e La Stampa.
«Due quotidiani di sinistra “comperati” interamente»
Ma come, deve aver pensato Sallusti, noi siamo qui a fare il lavoraccio di cercare di giustificare prese di posizioni ed esternazioni spesso indifendibili, come le sparate di Ignazio La Russa sui partigiani o le uscite del ministro Francesco Lollobrigida a proposito di «sostituzione etnica» e poi arriva un leghista, che dovrebbe tirare acqua al mulino della stessa maggioranza attualmente al governo, e foraggia le testate che stanno dall’altra parte? Ecco perché il direttore ha vergato un commento al vetriolo su Libero proprio contro il governatore friuliano, tra l’altro fresco di rielezione: «Immagino che molti di voi conoscano le bellezze del Friuli Venezia Giulia, ma da un paio di giorni qualcuno più fortunato di voile conosce ancora meglio. Si tratta dei lettori di la Repubblica e di La Stampa, due quotidiani di sinistra che hanno avuto l’onore di essere stati “comperati” interamente – il primo ieri, il secondo martedì – dal presidente di quella regione, il leghista Massimiliano Fedriga. Sì, per un giorno tutta la pubblicità dei due giornali – proprio tutta, dalla prima all’ultima pagina – è stata pagata da Fedriga per mettere in vetrina i propri gioielli».

Questione di soldi, e tanti, come fa notare Sallusti: «Parliamo di centinaia di migliaia di euro che il governatore leghista – immaginiamo a trattativa privata e senza basi scientifiche – ha gentilmente riversato nelle casse dei due giornali che più di altri si impegnano quotidianamente nel far passare le regioni governate dalla destra, il partito di Fedriga e il suo capo Matteo Salvini per dei pericolosi razzisti, dei buzzurri indegni di governare i nostri territori e tantomeno il paese intero».

«La prossima volta che lei avrà bisogno di una difesa d’ufficio…»
Insomma Fedriga non ha proprio pensato di bussare alla porta di Libero, lamenta il direttore: «A noi, come credo ai giornali di centrodestra che Fedriga e il suo Friuli lo sostengono da quando ha messo piede in politica e la Lega da quando è nata, nessuno ha chiesto nulla, neppure un preventivo tanto per fare scena». E infine: «Lei se ne intende di comunicazione – ha preso pure una laurea in materia – e quindi sa il fatto suo, per esempio che una buona tattica è comperarlo il nemico anziché combatterlo, tattica squallida ma efficace, soprattutto facile perché quelli di sinistra sono mediamente in vendita. Perché se è così ce lo dica che noi a scrivere che lei è un grandissimo stronzo – cosa che non crediamo, abbiamo sempre sostenuto il contrario – ci mettiamo un attimo e vediamo se anche a noi arriverà un euro friulano per tenerci buoni. Ma sa che le dico? Lasci perdere, non lo scriviamo gratis, non abbiamo bisogno di lei. Ma la prossima volta che lei avrà bisogno di una marchetta o di una difesa d’ufficio dagli attacchi di la Repubblica e de La Stampa, la prego: non alzi il telefono con noi come d’abitudine». Poi non dite che solo a sinistra litigano tra di loro: a destra si sono ingegnati e hanno mandato in scena persino uno scontro tutto interno fra giornalisti e politici. Non ci resta che prendere i pop corn e aspettare la prossima puntata.