Ma che fine ha fatto Alessandro Rivera? Il super direttore del Tesoro finito fuori dai giochi con lo spoils system voluto dal governo Meloni e per giorni al centro dei riflettori nel tourbillon delle nomine (e delle polemiche) che hanno interessato il ministero ora guidato da Giancarlo Giorgetti è un po’ sparito dai radar e dalle cronache. Eppure un modo per ritrovare le sue tracce c’è. E occorre spulciare i resoconti parlamentari che nessuno vede mai. E allora ecco che in un anonimo allegato dell’8 marzo 2023 spunta proprio il nome di Alessandro Rivera. Il suo è in una lunga lista di nominativi con la quale il governo comunica al parlamento una serie di nomine. «Al dottor Alessandro Rivera, l’incarico di consulenza, studio e ricerca, nell’ambito del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato». Questo il freddo testo della comunicazione burocratica. Da una delle strutture di vertice di via XX Settembre a un ufficio di cui non si riesce a trovare nemmeno la pagina internet sul pur corposo sito del Mef. «È un bel parcheggio», dice qualcuno.

Rivera scelto nel 2018, all’epoca del governo gialloverde Lega-M5s
Anche perché l’incarico in questione è comunque di prima fascia. In questo modo Rivera conserva un compenso adeguato e il Mef si tutela da possibili cause. Rivera era stato scelto come capo dipartimento del Tesoro nel 2018, all’epoca del governo gialloverde Lega-M5s. Messo al vertice di una delle strutture principali del Mef. Basti pensare che il dipartimento elabora le strategie macroeconomiche e i documenti programmatici, la rappresentanza dell’Italia all’Eurogruppo e all’Ecofin, la gestione del debito pubblico e la regolamentazione del sistema finanziario. E, fino a poco tempo fa, quindi durante la gestione Rivera, sotto il Tesoro rientravano anche le direzioni sugli interventi finanziari nell’economia e sulla valorizzazione del patrimonio pubblico, ora passate al nuovo dipartimento voluto dal governo Meloni che ha creato una struttura ad hoc per le partecipate.

Giorgetti è riuscito a salvare Biagio Mazzotta, ma non lui
Giorgetti avrebbe voluto tenerlo al ministero, ma alla fine ha prevalso la linea del forte ricambio dei dirigenti. E dopo uno scontro di maggioranza non da poco – era la fine di gennaio -, il ministro è riuscito a salvare il Ragioniere generale dello Stato, Biagio Mazzotta, ma non Rivera, che ha lasciato il posto a Riccardo Barbieri. Ora il nuovo incarico. In attesa, ovviamente, di altri lidi. Già nelle scorse settimane Rivera era accreditato di un posto in Europa, forse alla Bei, la Banca europea per gli investimenti. Ma chissà. Forse per scoprirlo bisognerà continuare a leggere gli anonimi resoconti parlamentari.