Sì all’istanza di affidamento terapeutico in una comunità, presentata dalla difesa di Alberto Genovese: la Procura generale di Milano ha dato parere favorevole durante la seduta tenutasi nel pomeriggio di martedì, davanti ai giudici della Sorveglianza (presidente Cossia, relatore Luerti e due esperti), durante la quale è stata discussa l’istanza della difesa dell’ex fondatore di start up digitali. Genovese ha già scontato la parte di pena che copre le imputazioni di violenza sessuale, reato ostativo alla misura alternativa al carcere, mentre il periodo di pena che deve ancora scontare è inferiore ai 4 anni.

Caso Alberto Genovese: parere favorevole per l’affidamento in una comunità
Genovese, il fondatore di Facile.it, arrestato a Milano con l’accusa di violenza sessuale, spaccio di droga e sequestro di persona, era stato condannato in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni, con l’accusa di violenza sessuale su due ragazze, allora modelle, stordite con mix di droghe. Come previsto dall’esecuzione della pena definitiva, il 13 febbraio era tornato in carcere, dopo essere stato ai domiciliari in una clinica per disintossicarsi. La richiesta dell’affidamento terapeutico può essere infatti richiesta quando la pena residua non supera i 6 anni. Attesa le decisione dei giudici nei prossimi giorni.
Alberto Genovese e il matrimonio durante gli arresti domiciliari
E’ di poche ore fa la notizia, diffusa da Il Corriere della Sera, secondo la quale Alberto Genovese, mentre si trovava agli arresti nel dicembre scorso, si è sposato con una ex fidanzata. Secondo i legali, il matrimonio sarebbe una conferma del percorso intrapreso dall’imprenditore per uscire dalla dipendenza dalla droga. Il quotidiano parla di nozze avvenute con una donna con cui aveva convissuto alcuni anni. La parola passa ora al collegio di giudici del Tribunale di Sorveglianza che dovrà decidere quanto confermato dalla Procura.