Albania, due russi e un ucraino arrestati per spionaggio in una ex fabbrica di armi
È successo a Gramsh, nella zona centrale del Paese. Durante il loro arresto due soldati sono rimasti feriti.
Due cittadini russi (un uomo e una donna) e uno ucraino sono stati arrestati durante un’incursione in una ex fabbrica di armi a Gramsh, nella zona centrale dell’Albania, a circa 80 chilometri dalla capitale Tirana: lo riferisce il ministero della Difesa albanese in un comunicato, specificando che del caso si stanno occupando la polizia militare e civile, i servizi segreti e le forze antiterrorismo. Potrebbe essersi trattato di un tentativo fallito di spionaggio.

Nella fabbrica, ormai in disuso, venivano prodotti fucili d’assalto AK-47
Quando è stato sorpreso a scattare foto all’interno della fabbrica, l’uomo russo ha attaccato due guardie con uno spray neuroparalizzante, tentando poi di darsi alla fuga. Senza successo. La donna russa e l’uomo ucraino, invece, sono stati fermati all’esterno del complesso, dove dal 1962 alla caduta del comunismo in Albania sono stati prodotti fucili d’assalto AK-47 (noti anche come “Kalashnikov”).

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Il premier Rama: «I tre stranieri arrestati sono sospettati di spionaggio»
Il primo ministro albanese Edi Rama (foto in alto) ha reso noto che i tre stranieri arrestati sono «sospettati di spionaggio». Il cittadino russo, identificato con le iniziali M.Z., ha 24 anni, la cittadina russa, identificata con le iniziali S.T., ne ha 33, mentre il cittadino ucraino, identificato come F.A., ne ha 25. Su Twitter, Rama ha augurato una pronta guarigione ai due soldati feriti. L’ex fabbrica di armi di Gramsh non è più attiva, ma viene utilizzata da tempo per smantellare armi in disuso o in cattive condizioni, oltre che per la manutenzione e riparazione di quelle correntemente in uso da parte dell’esercito dell’Albania, che è un membro della Nato dal 2009.