Alaska Airlines, arrivano le uniformi genderless per hostess e steward
Alaska Airlines lancerà a breve nuove divise con l'obiettivo di superare gli stereotipi di genere. L'idea nasce come risposta alle accuse di discriminazione rivolte alla compagnia da alcuni dipendenti nel 2021. Stop anche ai divieti di piercing e tatuaggi.
Nuove divise per i dipendenti di Alaska Airlines. Qualche giorno fa, la compagnia ha annunciato il lancio di una rinnovata linea di uniformi genderless per hostess, steward e diversi altri membri dello staff. «Abbiamo aggiornato le linee guida relative alle divise che i nostri dipendenti sono tenuti a indossare», ha spiegato l’azienda in un comunicato stampa riportato da CNN Business, «è stata una decisione ragionata e nata dal desiderio di offrire più libertà, più flessibilità, più spazio all’espressione individuale e di genere di ciascuno dei membri dell’equipaggio». A disegnare i nuovi modelli è stata la stilista di Seattle Luly Yang, che si occuperà anche di realizzare i completi che sfoggeranno i responsabili della lounge e gli addetti al servizio clienti in aeroporto.
Divise genderless, l’idea dopo le accuse di discriminazione
Questo restyling radicale non è altro che una conseguenza delle accuse che, nel 2021, Justin Wetherell ha mosso ai vertici della compagnia e alla policy in vigore che, secondo il suo punto di vista, discriminava quanti non si identificavano né nel dress code maschile né in quello femminile, dichiarando un’identità non binaria. Le vecchie regole, infatti, imponevano che il personale di bordo si uniformasse a uno stile marcatamente legato al sesso, tanto nell’abbigliamento, quanto negli accessori, nel make up e nell’acconciatura.

Dettagli che, secondo l’American Civil Liberties Union, ong americana che si occupa di difendere i diritti civili dei cittadini, violavano la Legge di Washington, che punisce chiunque si macchi di atti discriminatori sulla base dell’identità sessuale, del genere, dell’aspetto fisico, del comportamento e dell’espressione. «Non voglio che i vestiti mi ingabbino e mi costringano a essere quello che non sono sul posto di lavoro», dichiarò al tempo della querelle Wetherell. All’epoca, Alaska Airlines si difese sostenendo che hostess e steward, sin dal 2020, «erano dotati della piena facoltà di richiedere qualsiasi tipo di pantalone o giubbotto volessero e scegliere l’uniforme che più reputavano adatta, indipendentemente dal genere».

Alaska Airlines rimuove anche i divieti su piercing, tatuaggi e make up
Per venire incontro alle esigenze del suo organico, la compagnia si è occupata anche di rivedere le targhette identificative (ove verranno incisi pronomi personali scelti dai singoli) e i canoni di toelettatura che, rimuovendo ulteriori paletti, restituiscono un margine di scelta maggiore: «I membri del team potranno mettere lo smalto, scegliere il trucco che desiderano, portare due orecchini per orecchio e il piercing al naso», si legge ancora nella nota, «Ma non finisce qui: non sono più banditi i tatuaggi, i capelli possono essere sistemati in vario modo e le informazioni relative alle uniformi si focalizzeranno sulla vestibilità, non sul genere». Insomma, una serie di passi in avanti di un certo valore che il team pare aver accolto con gioia ed entusiasmo: «Vogliamo apparire professionali ma non intendiamo rinunciare alla nostra essenza», ha precisato Monique, hostess di San Diego, «il sesso non dovrebbe in alcun modo influenzare il tuo outfit o il tuo aspetto esteriore».
