Salviamo la matematica perché i numeri possono salvare il mondo. È l’appello lanciato dai discendenti di Alan Turing – matematico, filosofo, crittografo e tra i padri dell’informatica che nel corso della Seconda Guerra mondiale riuscì a decifrare i messaggi dei nazisti – per assicurare alla matematica pura un futuro nelle università. L’informatica, il calcolo delle probabilità e l’intelligenza artificiale, dunque la matematica applicata, hanno infatti sottratto interesse e fondi allo studio dei numeri negli atenei britannici.
«La mia famiglia è orgogliosa dell’eredità di Alan Turing», ha dichiarato al Guardian Rachel Barnes, pronipote del matematico. «Dobbiamo continuare a finanziare e sostenere la matematica pura, materia in cui il mio prozio eccelleva e che era alla base dei suoi successi. Ritengo sia fondamentale che i giovani che mostrano talento per questa materia possano studiarla ai massimi livelli all’università».

La matematica pura appassiona ma non paga: la scelta dell’Università di Leicester
Secondo i dati riportati da Protect Pure Maths, campagna lanciata dai pronipoti di Turing, a oggi soltanto 35 delle 174 università del Regno Unito offrono dei corsi in matematica pura, nonostante l’interesse per lo studio dei numeri sia aumentato del 10 per cento nell’ultimo quinquennio appassionando 90 mila studenti. Ad aver fatto suonare il campanello d’allarme è stata la decisione dell’Università di Leicester di chiudere il dipartimento. Il problema è di natura economica: gli atenei hanno difficoltà a ottenere fondi per la ricerca e dunque decidono di puntare su materie più “monetizzabili”. «Ogni istituzione deve decidere in autonomia in quali campi di ricerca investire», si è difeso Nishan Canagarajah, presidente e vice-rettore dell’Università di Leicester. «Occorre gestire le risorse e le attività in modo sempre efficiente ed efficace». Una giustificazione che non ha convinto Marcus du Sautoy, professore di matematica di Oxford, e l’ex presentatore di programmi per bambini della Bbc Johnny Ball, i quali in una lettera al governo hanno sostenuto l’importanza della matematica pura nel formare le menti del futuro. «Se ne limitiamo lo studio, rischiamo di ostacolare la formazione dei giovani e di perdere numerose occasioni per risolvere i problemi globali», ha spiegato du Sautoy. «Ogni chiusura di un dipartimento di matematica pura è miope». Non è la prima volta che docenti e ricercatori si rivolgono alle autorità per ricordare l’importanza della matematica: già 10 anni fa un gruppo di esperti e professori universitari aveva avvertito il governo circa gli effetti che i tagli alla ricerca avrebbero causato alla società. Che la matematica pura serva e parecchio lo conferma la storia di Turing stesso: per decifrare il codice Enigma utilizzato dai tedeschi sfruttò un suo studio sui numeri primi, l’“ipotesi di Riemann”. «La matematica che non ha un’immediata applicazione concreta può improvvisamente diventare la chiave per i problemi urgenti che l’umanità è chiamata ad affrontare», ha sottolineato il professore di Oxford. Del resto se l’immagine di Turing è finita sulle nuove banconote da 50 sterline un motivo ci sarà.