Ucraina, gli utenti Airbnb prenotano appartamenti per aiutare i cittadini

Redazione
04/03/2022

Gara di solidarietà alla popolazione ucraina su Airbnb. La piattaforma consente agli utenti di affittare a vuoto case e alloggi per dare una mano ai proprietari.

Ucraina, gli utenti Airbnb prenotano appartamenti per aiutare i cittadini

La solidarietà riesce a farsi spazio anche tra gli orrori della guerra. A dimostrarlo gli utenti che, in questi giorni, hanno affittato degli appartamenti in Ucraina su Airbnb, pagando la quota senza, ovviamente, andare in visita e consumare il soggiorno. Una strategia finalizzata a rimpolpare le casse dei residenti che, decisi a rimanere nel paese d’origine o obbligati a farlo, stanno iniziando a misurarsi con l’impatto del conflitto sul turismo e sull’economia.

Prenotazioni su Airbnb in Ucraina: in cosa consiste l’iniziativa

Da un momento all’altro, l’idea è diventata virale e sono state diverse le persone che, aderendo immediatamente alla campagna, hanno condiviso sui social la conferma della prenotazione, coinvolto amici, parenti e follower e invitato la piattaforma a ridurre le commissioni (che, in genere, vanno dal 3 al 15 per cento), in modo da consentire ai proprietari di ricevere i proventi per intero, senza decurtazioni. «Apprezziamo molto la generosità della nostra community in un momento così complicato», ha dichiarato al Guardian una portavoce di Airbnb. «E, come suggerito da molti, abbiamo deciso di rinunciare alle tasse e alle commissioni sui fitti in Ucraina».

In bilico i rapporti con la Russia

A oggi l’azienda che, lo scorso anno, ha macinato prenotazioni per 300 milioni di notti sparse su 4 milioni di strutture nel mondo, conta più di 300 proprietà in terra ucraina. E, al momento, sta valutando se continuare a garantire il proprio servizio in Russia o interromperlo temporaneamente. «Il nostro business in Russia non è così proficuo come ci si aspetterebbe», ha sottolineato il co-fondatore Brian Chesky, «Non è uno dei nostri mercati di riferimento. Ma, a prescindere da questo, stiamo seriamente valutando come gestire i rapporti professionali con il Paese, soprattutto alla luce della situazione che stiamo vivendo».

Perché gli utenti di Airbnb continuano a prenotare appartamenti in Ucraina
Brian Chesky, co-founder di Airbnb (Getty Images)

Airbnb e la beneficenza 

Prima di essere coinvolta in questo progetto, Airbnb era già scesa in campo a supporto dell’Ucraina, mettendo a disposizione alloggi completamente gratuiti a 100 mila rifugiati, come fatto già in Afghanistan. E la risposta all’iniziativa è stata straordinaria, con 260 mila visitatori connessi sulla pagina web adibita alle donazioni e alla registrazione per diventare uno degli affittuari del circuito. «In una crisi umanitaria del genere chiunque dovrebbe farsi una sola domanda: ‘come posso aiutare?’», ha aggiunto Chesky. «Noi abbiamo la possibilità di mettere a disposizione un tetto dove trovare riparo e ci impegniamo ad aiutare chiunque voglia accogliere i profughi a studiare le condizioni e requisiti ideali per far sì che tutto possa funzionare per il meglio». Un claim che si è rivelato efficace: negli ultimi 10 anni, infatti, la compagnia ha offerto accoglienza a 54 mila sfollati nel mondo, collaborando fianco a fianco coi padroni di casa. Ma non è tutto. L’imprenditore e il suo team, infatti, hanno deciso anche di donare un parte del premio accumulato grazie alla quotazione in Borsa di Airbnb (pari a circa 120 milioni di euro) a cause filantropiche e di beneficenza e ha devoluto 100 milioni di dollari in azioni a un fondo allestito per aiutare i proprietari che si appoggiano alla piattaforma.