Un risarcimento da 7 milioni di dollari (5,8 milioni di euro). È la cifra pagata dalla piattaforma Airbnb a una turista australiana vittima di stupro nel 2015 a New York all’interno di una casa affittata proprio sul portale di hosting. Come riporta Bloomberg, la 29enne aveva deciso di passare il Capodanno nella Grande Mela assieme ad alcuni amici. Mentre era fuori casa, l’aggressore, un 24enne che aveva una copia delle chiavi, era entrato e l’aveva attaccata una volta rientrata. Secondo l’accordo di risarcimento – raggiunto già nel 2017 ma emerso solo ora – la donna non potrà fare causa ad Airbnb o al proprietario della struttura. Dopo la violenza è intervenuto il team di sicurezza di Airbnb che si è occupata del trasferimento della giovane in un altro albergo, pagando il biglietto aereo per la madre giunta direttamente dall’Australia e i voli di ritorno in patria delle due donne. Da allora la sicurezza di Airbnb è aumentata. All’inizio di giugno, la società ha richiesto un sistema di registrazione a livello nazionale per gli operatori di affitti a breve termine. «Tale mossa», hanno commentato dalla piattaforma, «consentirà alle autorità di informare la società sui problemi inerenti gli annunci nella loro zona, rimuovendo i “bad actors” presenti sul sito e impedendo loro di aggirare le regole spostandosi su altre piattaforme».
Stupro in una casa vacanze a New York: Airbnb paga 7 milioni di dollari di risarcimento
L’accordo firmato nel 2017 ma emerso solo ora, prevede che la vittima, una turista australiana, non denunci né la società né il proprietario della casa in cui si è consumata l’aggressione.
