Dopo Cavalleria Rusticana e Pagliacci, si chiude con l’Aida l’appuntamento settimanale con l’opera proposto da Rai Cultura e trasmesso in prima serata su Rai Tre. Anche stasera, martedì 10 agosto 2021, alle 21.20, il capolavoro di Giuseppe Verdi sarà raccontato da Pippo Baudo e Antonio Di Bella, voci narranti di quest’avventura attraverso tre dei titoli che hanno fatto la storia della musica lirica italiana e internazionale. A dirigere l’orchestra ci sarà il maestro Diego Matheuz, mentre il palco sarà riempito da un cast d’eccezione, con nomi del calibro di Simon Lim, Anita Rachvelishvili, Angela Meade, Jorge de Leòn, Michele Pertusi, Luca Salsi e Riccardo Rados. Arricchiscono la magia dell’allestimento, una serie di immagini del Museo Egizio di Torino, che aiuteranno lo spettatore a calarsi ancor di più nelle affascinanti atmosfere dell’antico Egitto.
Aida, la storia dell’opera in onda stasera 10 agosto 2021 su Rai Tre
Basata su un soggetto originale dell’archeologo francese Auguste Mariette, primo direttore del Museo Egizio del Cairo, Aida è, senza dubbio, una delle opere di Giuseppe Verdi più conosciute e messe in scena nei teatri di tutto il mondo. Isma’il Pascià, viceré d’Egitto, commissionò a Verdi un inno per festeggiare l’apertura del Canale di Suez, offrendogli un compenso di 80 mila franchi. Nonostante la grande passione del sovrano egizio per l’opera italiana, il compositore rifiutò, rispondendo che non era particolarmente avvezzo a scrivere musica d’occasione. Da qui in poi la storia dell’Aida si intreccia inscindibilmente con la leggenda. Si narra che, nell’ambito delle stesse celebrazioni, fosse stato inaugurato anche il Teatro dell’Opera del Cairo con una rappresentazione del Rigoletto. Tuttavia, il viceré insisteva per avere un’opera originale di un celebre maestro europeo. La prima scelta era sempre Verdi e solo se il maestro avesse rifiutato, si sarebbero considerate alternative come Charles Gounod o Richard Wagner. Incaricato della trattativa fu Mariette che, a sua volta, chiese aiuto come intermediario a Camille du Locle, direttore dell’Opéra-Comique. Lo scetticismo dell’italiano fu così successivamente vinto dalla lettura del soggetto di Mariette, uno schema di libretto sorprendentemente valido e che lo spinse ad accettare l’incarico per un compenso di 150mila franchi. Dopo una serie di ritardi dovuti alla guerra franco-prussiana, il 24 dicembre 1871 l’Aida fu messa in scena per la prima volta al Teatro Khediviale dell’Opera del Cairo, serata che proclamò il successo imperituro dell’opera in quattro atti. Per l’anteprima italiana al Teatro alla Scala di Milano dell’8 febbraio 1872, Verdi pensò di aggiungere qualcosa, scrivendo un’ouverture che, tuttavia, non venne eseguita, lasciando spazio a un preludio breve, organico ed efficace. A brillare sul palco nel ruolo della protagonista il soprano Teresa Stolz, affiancata da una Maria Waldmann in stato di grazia nei panni della rivale Amneris. Dopo Milano, fece il giro dei principali teatri d’opera d’Italia, dal Regio di Parma al San Carlo di Napoli, passando alla Fenice di Venezia, al Comunale di Bologna e al Costanzi di Roma. Ovunque, fu accolta con grande entusiasmo e sorprendenti standing ovation. Un successo sopravvissuto nel Novecento (grazie anche all’apporto di voci sublimi come quella di Maria Callas e Renata Tebaldi) e conservatosi intatto fino ai giorni nostri.
Aida, la trama dell’opera
Durante una spedizione militare contro l’Etiopia, i soldati egizi catturano la principessa Aida, figlia del re Amonasro. E, ignari della sua identità, la portano a Menfi, dove la riducono in schiavitù. Nel tentativo di salvarla da un destino che non è il suo, il padre organizza un’incursione per liberarla dalla prigionia e riportarla a casa. Non sa, tuttavia che la ragazza si è innamorata perdutamente del giovane guerriero Radamès, da cui è corrisposta. Aida, però, deve fare i conti con una pericolosa rivale in amore: si tratta di Amneris, figlia del Re d’Egitto che, intuendo che possa esserci qualcosa tra i due, cerca subdolamente di consolarla dal pianto per scoprire qualcosa in più sulla storia. A complicare le cose, l’avanzata dell’esercito etiope contro l’Egitto. Scenario davanti al quale il faraone assegna a Radamès il rango di capitano dell’esercito col compito di sopprimere la marcia dell’esercito di Amonasro. La giovane fanciulla si trova davanti a un bivio, divisa tra l’amore per la patria e quello per Radamès. Il secondo atto si apre con la scena di Amneris che riceve nelle sue stanze Aida. Fingendo con malizia che il soldato sia morto in battaglia, riesce nell’impresa di far confessare alla ragazza il sentimento che nasconde. Ottenuto quel che voleva, cerca di farla desistere, convincendola che contro di lei non ci sarebbe stata partita. Mossa dall’orgoglio, la schiava rivela la sua identità, mentre dal fronte arriva la notizia della vittoria egizia, che costringe Aida ad assistere al trionfo del nemico e alla bruciante sconfitta del suo popolo. Tuttavia, le sofferenze, per lei, sembrano non essere finite: accolto in città con tutti gli onori riservati al vincitore, per amore di Aida Radamès utilizza la ricompensa del Re (che gli aveva promesso, in caso di vittoria, di concederli qualsiasi cosa desiderasse) per chiedere il rilascio dei prigionieri etiopi. Vengono liberati tutti tranne Aida e Amonasro, trattenuti su consiglio del sacerdote Ramfis per evitare vendette inutili degli sconfitti. Intanto, il soldato, proclamato successore al trono dal faraone, accetta la mano di Amneris. Dalla prigione, Amonasro continua ad aiutare la sua gente. Costringe, così, Aida a raccogliere informazioni sull’esercito nemico direttamente da Radamès. Che, pur promesso sposto di Amneris e candidato a prendere le redini del regno d’Egitto, prova ancora qualcosa per lei e, fidandosi, le racconta informazioni riservate. Padre e figlia riescono a fuggire e, proprio in quell’occasione, la loro identità viene svelata. Radamès, disperato per aver tradito la patria, si consegna prigioniero a Ramfis. Amneris, consapevole dell’innocenza del futuro sposo, gli chiede di discolparsi ma è tutto inutile: ha già deciso di condannarsi per quel che ha fatto, seppur involontariamente e, durante il processo, non prova neppure a difendersi. Gli appelli della ragazza ai sacerdoti non ottengono l’effetto sperato: Radamès viene condannato a morte per alto tradimento e portato via. Pronto per essere sepolto vivo, crede di essere ormai da solo nella cripta ma, all’improvviso, compare Aida, pronta a morire assieme a lui. I due amanti si rinnovano le promesse di amore reciproco e accettano di affrontare il fato che ormai li attende. A piangere e pregare sulla loro tomba, è rimasta solo Amneris.
Aida, tutti gli adattamenti cinematografici
La storia dell’Aida è riuscita ad approdare anche sul grande schermo. Gli adattamenti cinematografici dell’opera sono stati due. Il primo ha visto la luce nel 1953, per la regia di Clemente Fracassi, con Sophia Loren nel ruolo della protagonista (per la voce fu scelta Renata Tebaldi) e Lois Maxwell in quelli di Amneris (le cui parti cantate furono affidate, invece, a Ebe Stignani). Il secondo, invece, è stato distribuito nelle sale nel 1987: si trattava di una produzione svedese, che non ebbe grandissimo riscontro. Ma non finisce qui. Il capolavoro verdiano si è ritagliato uno spazio persino nel mondo del musical e dei cartoni animati con un adattamento di Elton John e Tim Rice, risalente al 1998, e Aida degli alberi, film d’animazione del 2001 prodotto dalla Lanterna Magica con la regia di Guido Manuli e la voce di Olivia Manescalchi.