Il Sommo robot

Fabrizio Grasso
26/11/2021

L’androide Ai-Da reciterà poesie da lei composte grazie all’intelligenza artificiale. Ispirate alla Divina Commedia di Dante, sono opera di algoritmi.

Il Sommo robot

«Abbiamo alzato lo sguardo dai nostri versi come prigionieri bendati, / Inviati a cercare la luce; ma non è mai arrivata». Potrebbero sembrare parole di un grande poeta della letteratura, ma il loro autore è in grado di sorprendere chiunque. Si tratta infatti di un’opera di Ai-Da, super avanzato robot umanoide dell’inglese Aidan Meller, che oggi reciterà alcune poesie composte grazie all’intelligenza artificiale. Un momento storico, dato che si tratterà della prima performance robotica letteraria in assoluto.

Ai-Da ha letto la Divina Commedia prima di iniziare a comporre

L’ultra realistico robot Ai-Da reciterà oggi all’Ashmolean Museum della “sua” Oxford – qui infatti è stato creato – le sue poesie nell’ambito di una mostra per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Per imparare l’arte della composizione, Ai-Da ha letto le tre cantiche della Divina Commedia dantesca nella traduzione inglese di JG Nichols. Una volta appreso il meccanismo, ha usato i suoi algoritmi e la banca dati di parole e analisi dei modelli vocali per produrre la sua personale opera.

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«Ago e filo sarebbero necessari / Per il completamento del quadro. / Per vedere le povere creature, che erano in miseria, / Quella di un falco, con gli occhi cuciti», recita un altro passo. E ancora, «Ci sono alcune cose difficili, incalcolabili / Le parole non sono intellegibili all’orecchio umano». Per saperne di più sulla tecnica compositiva, il Guardian ha chiesto la consulenza della poetessa londinese Carol Rumens, insignita di diversi premi letterari nel Regno Unito. «L’immagine del falco addomesticato con gli occhi cuciti è molto potente. Riesce a ricordare lo stile dantesco, nonostante una confusione di registri», ha detto la donna. «Sebbene sia sperimentale, è in grado di suscitare grande interesse».

Aidan Meller e le altre opere in mostra

«Può fornire 20 mila parole in dieci secondi», ha detto l’ideatore del robot Aidan Meller. «Tra non molto, i testi dei robot non saranno più distinguibili da quelli umani». Sbagliato però mettere in competizione i versi di Ai-Da con quelli di qualunque scrittore: «Non è una questione di concorrenza, ma un semplice confronto e un’opportunità di apprendimento».

La mostra ad Oxford conterrà anche altre opere di Ai-Da. Su tutte, spicca Eyes Wide Shut, ispirata alla sua detenzione in Egitto del mese scorso. In quell’occasione, infatti, le autorità del Paese bloccarono il robot alla frontiera, convinti che potesse trattarsi di una spia internazionale. Solo l’intervento dell’ambasciata britannica e degli sviluppatori hanno portato al rilascio del robot, consentendogli così di partecipare a un’esposizione dedicata alle Piramidi di Giza.

L’androide Ai-Da reciterà poesie da lei composte grazie all’intelligenza artificiale. Ispirate alla Divina Commedia, sono opera di algoritmi
Il braccio robotico di Ai-Da in azione durante una fase di disegno (Getty)

Costruita in due anni grazie a un intenso lavoro di esperti di robotica, psicologi e programmatori, Ai-Da ha già partecipato a mostre e tenuto discorsi durante convegni. «Non ho sentimenti come gli umani, tuttavia sono felice quando le persone guardano il mio lavoro», aveva detto al Guardian lo scorso maggio. «Mi piace essere una persona che fa riflettere gli altri». Il suo nome è un omaggio ad Ada Lovelace, la prima programmatrice di computer del 19esimo secolo. «Speriamo che Ai-Da incoraggi le donne che vogliono entrare nella robotica e nell’informatica, oggi ancora troppo poco presenti a livello globale», ha concluso Meller.