Approvato Al Act, uno dei più completi regolamenti, nell’Unione europea, sull‘intelligenza artificiale. Il primo Sì arriva dal Parlamento europeo, a cui dovrà seguire, a fine anno, l’approvazione dell’Europa, per un’entrata in vigore nel 2024. Come riportato nel comunicato pubblicato sul sito del Parlamento europeo, le nuove regole vieterebbero l’uso di AI per social scoring, categorizzazione biometrica e riconoscimento delle emozioni. Le norme mirano a «promuovere un uso di AI affidabile e incentrato sull’essere umano e sulla tutela di salute, sicurezza, diritti fondamentali e democrazia dai suoi effetti dannosi».

Al Act supera il Sì del parlamento europeo
Tra le novità introdotte dal nuovo regolamento vi sono: il divieto assoluto dell’uso dell’intelligenza artificiale (AI) per attività di sorveglianza biometrica, riconoscimento delle emozioni e polizia predittiva. Saranno inoltre considerati ad alto rischio i sistemi di IA utilizzati per influenzare gli elettori nelle elezioni mentre i sistemi di IA generativa come ChatGPT devono dichiarare come è stato generato il contenuto. Il Regolamento è passato con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astensioni. Da questo momento in poi, saranno avviati i colloqui con i governi UE sul testo definitivo. Le norme mirano a garantire che «l’IA sviluppata e utilizzata in Europa sia conforme con i diritti e i valori dell’UE, ad esempio in materia di supervisione umana, sicurezza, privacy, trasparenza, non discriminazione e benessere sociale e ambientale».
Norme e obblighi del regolamento Al Act
Per la definizione delle norme si è seguito un approccio «basato sul rischio» e sugli «obblighi per fornitori e operatori dei sistemi di IA a seconda del livello di rischio che l’IA può generare». Saranno quindi vietati i sistemi di IA che presentano «un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone, come quelli utilizzati per il punteggio sociale (classificare le persone in base al loro comportamento sociale o alle loro caratteristiche personali)». I divieti sugli usi intrusivi e discriminatori dell’IA, saranno principalmente:
- l’uso di sistemi di identificazione biometrica remota in tempo reale e a posteriori in spazi accessibili al pubblico;
- i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili (ad esempio genere, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico);
- i sistemi di polizia predittiva (basati su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati);
- i sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nel luogo di lavoro e negli istituti d’istruzione;
- l’estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale (in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy).
Sono stati aggiunti alla lista ad alto rischio i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per influenzare gli elettori e l’esito delle elezioni e i sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme di social media (con oltre 45 milioni di utenti). Inoltre, i deputati intendono rafforzare il diritto dei cittadini di presentare reclami sui sistemi di IA e di ricevere spiegazioni sulle decisioni basate su sistemi di IA ad alto rischio con un impatto significativo sui loro diritti fondamentali.
Secondo il correlatore Dragos Tudorache (Renew, Romania) «La legge sull’intelligenza artificiale stabilirà uno standard a livello mondiale per lo sviluppo e la governance dell’intelligenza artificiale, assicurando che questa tecnologia – destinata a trasformare radicalmente le nostre società grazie agli enormi benefici che può offrire – si evolva e venga utilizzata nel rispetto dei valori europei della democrazia, dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto».