Andrea Agnelli rompe il silenzio sulla Superlega. In un’intervista concessa al Telegraaf, l’ex presidente della Juventus ha detto che «è necessaria, perché se rimane prevedibile come ora, il pubblico si allontanerà dal calcio». I tifosi, si chiede Agnelli, «continueranno a guardare il calcio internazionale in Olanda se l’Ajax, il Feyenoord o il PSV non hanno mai la possibilità di vincere o di competere?».

«Serve una lega europea con promozioni e retrocessioni»
Secondo Agnelli, serve «un’altra lega europea con diverse divisioni, con uno schema di promozione e retrocessione». In Europa, «i mercati più grandi ottengono anche il maggior numero di biglietti per la Champions League e quindi i maggiori introiti», spiega l’ex numero uno della Juventus. «Quindi, se si mantiene il sistema attuale, il divario tra i club inglesi e spagnoli in particolare e gli altri non fa che aumentare. Forse tranne che per il Psg e il Bayern Monaco. Invece si dovrebbe puntare a una maggiore democrazia sportiva. Un club polacco non ha forse il diritto di raggiungere il successo? I tifosi polacchi non hanno abbastanza passione per il calcio?».

«C’è stata una guerra che non sono riuscito a vincere»
Agnelli racconta anche come è nata l’idea di una Superlega, sottolineando che Aleksander Ceferin, presidente Uefa, all’inizio era dentro al progetto. «Nel 2019 eravamo pronti, Aleksander e io. I top club di tutti i campionati Eca si erano accordati su un nuovo formato. I club di medie dimensioni dei grandi campionati, i dirigenti dei grandi campionati e alcune federazioni vedevano il nuovo formato come una minaccia. Per questo motivo Ceferin si tirò indietro». Per adesso, Agnelli è il grande sconfitto della Superlega: «A livello interno è stata una guerra che non sono riuscito a vincere. Pur sapendo che il sistema attuale non offre un futuro ad Ajax, Anderlecht, Celtic, Benfica, Panathinaikos, Stella Rossa e molti altri club». L’ex presidente bianconero parla inoltre dei rapporti complicati con Uefa e Fifa, guidata da Gianni Infantino: «Non è strano che ci sia un solo candidato alla presidenza sia della Uefa che della Fifa? Ci si può aspettare un cambiamento da queste persone? Ceferin e Infantino faranno di tutto per rimanere al centro del potere». Tra l’altro, tra Agnelli e Ceferin c’è un rapporto che va oltre il calcio: «Se mi chiama rispondo. Con me l’amicizia e i sentimenti personali non si intromettono negli affari. Aleksander è il padrino di una delle mie figlie. Ne sono felice. È stata la scelta del momento. Ha fatto una promessa a Dio: se mi succede qualcosa, si prenderà cura di lei. Una promessa del genere non si può ritirare».