Che cos’è l’agenda Draghi? Lo stesso presidente del Consiglio ha chiarito in cosa consiste. Si tratta di “una serie di risposte, interventi e riforme”: il patto per il Paese che molti partiti rilanceranno durante la campagna elettorale.
Che cos’è l’agenda Draghi?
Il premier Mario Draghi ha chiarito in cosa consiste la sua agenda, dopo il via libera del Consiglio dei Ministri al Decreto Aiuti bis. “Sostanzialmente è una serie di risposte, interventi e riforme”, ha detto il presidente. “Si pensi alla pandemia di Coronavirus, ai fondi che sono arrivati grazie al Pnrr e agli obiettivi raggiunti, alla crescita straordinaria di questi due anni. È difficile dire che esiste un’agenda. Se devo proprio pensare a un’agenda, allora quest’agenda è fatta di cosa? Prima di tutto questa è fatta di risposte pronte ai problemi che si presentano, quindi la risposta pronta all’emergenza del Covid, la risposta pronta nel consegnare il Pnrr e nel conseguire tutti gli obiettivi finora. E vorrei veramente riuscire ad arrivare a dare al governo successivo anche il conseguimento di tutti gli obiettivi per quest’anno”.

Si tratta, di fatto, dei punti principali del programma su cui Mario Draghi aveva chiesto al Parlamento di rinnovare la fiducia al governo. Sono inclusi la riforma del codice degli appalti e della concorrenza, quella del fisco, il piano per fronteggiare l’emergenza energia, il sostegno all’Ucraina. E ancora il superbonus, il reddito di cittadinanza e il salario minimo, oltre al già citato Pnrr.
Gli obiettivi del premier
Il Pnrr, secondo il premier, è la sfida più corposa, e non solo dal punto di vista economico. “Entro la fine dell’anno – ha ricordato Draghi – vanno raggiunti 55 obiettivi per ottenere una rata di 19 miliardi di euro”. Per quanto riguarda la riforma della giustizia tributaria, del fisco e della riscossione, l’agenda prevede il superamento dell’Irap, la razionalizzazione dell’Iva, la riduzione delle aliquote Irpef per i redditi meno alti.
Altro aspetto saliente dell’agenda di Mario Draghi è quello che riguarda il reddito di cittadinanza. Le modifiche dovrebbero mirare a contrastare gli effetti negativi sul mercato del lavoro. Secondo il premier è anche necessario intervenire sulle pensioni, favorendo flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al contributivo.

Non di minore importanza è l’emergenza legata all’energia. Draghi ha insistito sul desiderio che l’Italia continui a diversificare i fornitori e spingere sulle rinnovabili. Ultimare il rigassificatore di Piombino entro primavera, ha scandito poco prima di confermare le dimissioni, “è una questione di sicurezza nazionale”, mentre entro il 2030 andranno costruiti gli impianti per le rinnovabili.