In Afghanistan i talebani hanno vietato l’uso di valute estere. Una decisione che potrebbe affossare ulteriormente un’economia già sull’orlo del collasso. «La situazione economica e gli interessi nazionali nel Paese richiedono che tutti gli afghani utilizzino la valuta afgana in ogni loro commercio», hanno dichiarato i portavoce dei talebani. Facile a dirsi più complicato, passare dalla teoria alla pratica. Nel tempo, infatti, il dollaro Usa (ma anche la rupia pakistana) è stato ampiamente utilizzato sui mercati dell’Afghanistan. Non solo, perché è stata la moneta preferita anche per le transazioni con le aree confinanti, Pakistan in testa. Eppure, stando alle parole del portavoce Zabihullah Mujahid, indietro non si torna: «L’Emirato islamico prevede che tutti i cittadini, i negozianti, i commercianti, gli uomini d’affari e il pubblico in generale conducano d’ora in poi tutte le transazioni in afghani, astenendosi rigorosamente dall’utilizzare valuta straniera». Pena «un’azione legale».
اعلامیه امارت اسلامی در مورد ممنوعیت کامل استفاده از پولهای خارجی در کشورhttps://t.co/T0RhBmczvt pic.twitter.com/rEUjdaL4zE
— Zabihullah (..ذبـــــیح الله م ) (@Zabehulah_M33) November 3, 2021
Congelati i fondi Afghani conservati all’estero
Intanto, dopo il ritorno al potere dei Talebani, i fondi afghani conservati all’estero sono stati progressivamente congelati dalla Federal Reserve statunitense e dalle banche centrali europee. È stata inoltre rispedita al mittente ogni richiesta di sblocco formulata dai talebani. Anche in questo caso, ha sottolineato il vicesegretario al Tesoro degli Stati Uniti Wally Adeyemo, alla Commissione bancaria del Senato, un ripensamento non è contemplato: «Crediamo che sia essenziale mantenere le sanzioni contro i talebani, ma allo stesso tempo bisogna trovare il modo per un’assistenza umanitaria legittima. Ed è esattamente quello che stiamo facendo». Non è l’unica conseguenza del cambio di potere, da cui è scaturito l’esodo degli aiuti esteri. Sovvenzioni che in precedenza finanziavano tre quarti della spesa pubblica. Già dall’inizio dell’anno, poi, il Fondo monetario internazionale ha affermato che l’Afghanistan non potrà più accedere alle sue risorse, mentre la Banca mondiale ha sospeso i finanziamenti per i progetti nel Paese.
Afghanistan: l’incubo di fame e povertà per milioni di persone
Elementi che messi insieme, riporta l’Fmi, condurranno con ogni probabilità a una contrazione dell’economia pari al 30 per cento. Se dovesse concretizzarsi lo scenario, milioni di persone si ritroveranno in stato di povertà e aumenterà la pressione dei rifugiati alle frontiere, specie in Turchia ed Europa. Come se non bastasse, la recente siccità ha determinato la distruzione di gran parte delle coltivazioni di grano, provocando un’impennata dei prezzi. A lanciare l’allarme, ponendo l’accento sulla terribile combo clima, conflitto, Covid19, tra gli altri, il Programma alimentare mondiale. Un appello a cui le potenze occidentali hanno sempre risposto, manifestando la volontà di evitare il disastro umanitario. Ma in questo senso il rifiuto di ogni trattativa e il categorico no al riconoscimento con il governo Talebano, non aiutano il generale stato di impasse.