Afghanistan, i talebani vietano alle donne di lavorare per le Ong: sanità e aiuti a rischio

Fabrizio Grasso
12/01/2023

A dicembre i talebani hanno vietato in Afghanistan alle donne di lavorare per le Ong. A rischio le cure mediche e l’arrivo degli aiuti umanitari.

Afghanistan, i talebani vietano alle donne di lavorare per le Ong: sanità e aiuti a rischio

I talebani continuano a imporre divieti alle donne afghane. Dopo l’accesso alle università, il 24 dicembre è stato impedito loro di lavorare per le organizzazioni non governative. Un annuncio che ha subito scatenato una reazione a catena delle stesse Ong che hanno cessato le loro operazioni in tutto il Paese. Dopo nemmeno un mese la situazione sta degenerando tanto da minacciare il sistema sanitario e l’arrivo di aiuti umanitari dal resto del mondo. «Ogni giorno che passa, la sospensione ha un impatto maggiore sulla quantità di aiuti che si possono erogare», hanno detto volontari dell’International Rescue Committee (IRC). «Le vite di molte persone, soprattutto bambini, sono fortemente a rischio».

A dicembre, i talebani hanno vietato in Afghanistan alle donne di lavorare per le Ong. A rischio le cure mediche e gli aiuti umanitari.
Bambini afghani portano cibo e viveri nel loro villaggio (Getty)

Cosa sta succedendo in Afghanistan dopo i divieti dei talebani alle donne

Dopo il divieto dei talebani, 11 grandi organizzazioni internazionali attive in tutto l’Afghanistan hanno sospeso o ridimensionato le loro attività. Una recente indagine di UN Women certifica che soltanto il 14 per cento delle 151 Ong locali e globali opera ancora a pieno regime nel Paese. La portata della sospensione non è ancora del tutto chiara, ma l’impatto è già notevole su più fronti. L’IRC stima che fra 24 dicembre, data dell’attuazione del divieto, al 9 gennaio circa 165 mila persone abbiano perso i propri servizi sanitari. «Parti dell’Afghanistan non hanno ospedali, strutture mediche o cliniche», ha detto ad Ap News Samira Sayed-Rahman dell’organizzazione. «L’IRC è l’unica assistenza sanitaria cui soprattutto molte donne hanno accesso».

A dicembre, i talebani hanno vietato in Afghanistan alle donne di lavorare per le Ong. A rischio le cure mediche e gli aiuti umanitari.
Un gruppo di donne cammina nelle strade di Kabul (Getty)

Basti pensare che a seguito del terremoto del giugno 2022, solo l’arrivo dell’equipe femminile ha permesso alle donne di uscire di casa e ottenere le cure necessarie. Complessivamente, i programmi umanitari dell’IRC hanno aiutato in Afghanistan oltre 6 milioni di persone fra il 2021 e il 2022. Discorso simile per Save the Children, che con la sua presenza ha contribuito soltanto a dicembre a sfamare 30 mila bambini e 32 mila adulti. Lo stop deciso dopo il divieto di lavoro per le donne nelle ong ha interrotto tutto, compresi i finanziamenti in denaro per circa 5 mila famiglie. Nel nuovo anno diverse tranche di fondi non sono mai arrivate a destinazione.

Malnutrizione e matrimoni combinati, minori a rischio

Le conseguenze potrebbero essere disastrose. La malnutrizione infantile è cresciuta del 50 per cento, tanto da minacciare 1 milione di bambini sotto i cinque anni. Secondo il World Food Program, entro marzo 2023, 20 milioni di afghani potrebbero soffrire la fame. «Le vite dei bambini sono in serio pericolo», ha sostenuto ad Ap News Keyan Salarkia di Save the Children. La carestia alle porte inoltre potrebbe aumentare il fenomeno delle spose bambine. Nonostante rappresenti una violazione del diritto internazionale, anche in Afghanistan molte famiglie vendono le proprie figlie per le nozze con partner più abbienti. «Gli effetti a catena saranno enormi, dobbiamo intervenire subito», ha proseguito Salarkia. Una prova è ben visibile in una precedente sospensione del servizio di Save the Children quando presero il potere i talebani. Dopo sole due settimane, molti bambini non sono più tornati.