Il bilancio è ancora provvisorio, ma già drammatico. Potrebbero essere almeno 100 i morti e altrettanti i feriti nell’esplosione che ha investito la moschea sciita di Sayed Abad a Kunduz, nell’Afghanistan settentrionale. Lo riferiscono fonti ospedaliere. La violenta detonazione, causata da un ordigno, si è verificata mentre nella moschea affollata era in corso la preghiera del venerdì.
Indagini in corso sull’attacco suicida
Il portavoce del ministero dell’Interno, Qari Sayed Khosti, ha confermato l’attacco senza fornire dettagli, mentre i primi video che sono circolati su Twitter mostrano dei corpi stesi sul pavimento della moschea, circondati da detriti, in mezzo a grandi macchie di sangue sparse a terra. «Molti nostri compatrioti sciiti sono stati martirizzati e feriti nell’esplosione», ha dichiarato il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid senza precisare il numero delle vittime, aggiungendo poi che le forze speciali dell’organizzazione guerrigliera afghana sono arrivate sul posto e stanno indagando sui fatti. Per ora nessun gruppo terroristico ha rivendicato l’attentato, ma è stato specificato che si è trattato di un attacco suicida.
Ancora una moschea nel mirino
L’esplosione segue diversi altri attacchi poi rivendicati o attribuiti all’Isis, come quello alla moschea Eid Gah di Kabul, avvenuto il 3 ottobre mentre era in corso il funerale della madre di Zabihullah Mujahid, portavoce degli studenti coranici e importante esponente del movimento talebano. In quel caso la bomba, esplosa nel momento in cui i fedeli stavano uscendo dalla moschea dopo aver espresso le proprie condoglianze a Mujahid e ai suoi parenti, aveva provocato la morte di 12 persone e il ferimento di altre 32, in parte civili e in parte talebani. Come detto, l’attentato non è stato rivendicato, ma da quando i talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan a metà agosto, gli attacchi dei miliziani dello Stato Islamico sono aumentati, in un clima di crescente tensione tra i due gruppi estremisti che si contendono il controllo del Paese.