Lanterne grosse

Nicolò Delvecchio
28/06/2021

L'aeroporto di Chengdu Tianfu, inaugurato il 27 giugno, è solo l'ultima colossale infrastruttura costruita dalla Cina negli ultimi anni. Dai grattacieli ai planetari fino ai ponti: le opere da record.

Lanterne grosse

La Cina ha una nuova, gigantesca, “porta d’accesso” alla città dei panda: è l’aeroporto internazionale di Chengdu Tianfu, nella provincia sud-occidentale del Sichuan, entrato in servizio con il primo volo diretto a Pechino il 27 giugno. Si trova a 50 chilometri da Chengdu, ed è il secondo aeroporto internazionale della città. Al momento sono in funzione tre piste e due terminal, per una superficie totale di 710 mila metri quadrati. Si stima che, per la sua costruzione, siano stati spesi circa 11,7 miliardi di dollari, e i lavori di espansione che continueranno nei prossimi anni dovrebbero aumentarne il traffico dai 60 milioni di passeggeri annui, stimati ora, a 120 milioni. La regione del Sichuan, in cui vivono 81 milioni di persone, è uno degli habitat naturali dei panda giganti, è uno dei posti più visitati del Paese ed è anche famosa anche per la sua cucina speziata (dalle nostre parti si trova spesso il “pepe del Sichuan”, che però non è pepe): ora, la nuova struttura, Chengdu sarà la terza città del Paese, dopo Shanghai e Pechino, ad avere due aeroporti internazionali.

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Pechino e l’aeroporto dei record

Quella di costruire infrastrutture da record non è una novità, nel percorso che la Cina sta intraprendendo nel XXI secolo. Aeroporti, grattacieli, ponti: da anni, nel Paese, si punta a un’espansione sempre più ampia, tanto in verticale quanto in orizzontale, e senza precedenti. Nella capitale, ad esempio, è stato inaugurato nel 2019 l’aeroporto internazionale più grande al mondo (almeno allora), quello di Pechino-Daxing, progettato in collaborazione con Zaha Hadid: una struttura da 700 mila metri quadrati, inaugurata da Xi Jinping per i 70 anni della Repubblica Popolare e costata circa 17,5 miliardi di dollari. La pandemia ha poi impedito al nuovo gigante pechinese di entrare in funzione a pieno regime, ma intanto c’è ed è il primo, mastodontico biglietto da visita per chi si affaccia nella capitale del Dragone.

Il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao

Se in Italia da decenni si discute sul Ponte sullo Stretto di Messina, in Cina è stata realizzata un’infrastruttura, fatta di ponti e gallerie marine, capace di coprire la distanza tra Milano e Bergamo (55 km): è il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao, che unisce le tre città del delta del Fiume delle Perle ed è, neanche a dirlo, il ponte marino più lungo al mondo. Per realizzarlo ci sono voluti nove anni, il costo preventivato è di 20 miliardi di dollari. È però un capolavoro ingegneristico che, oltre a essere funzionale alla propaganda, ha un’importantissima valenza strategica visto che rende possibili i collegamenti tra tre centri fondamentali per l’economia cinese. Ha una struttura davvero particolare: a tre quarti del percorso, infatti, il ponte si inabissa trasformandosi in un tunnel subacqueo lungo 6,7 chilometri, per lasciare libero il passaggio alle navi in uno dei punti più trafficati al mondo. Alle estremità della galleria, per rendere possibile il transito sotto i fondali, sono state costruite due isole artificiali da 100 mila metri quadrati.

 

Il viadotto Danyang-Kunshan

Ma non è il solo capolavoro “sospeso” cinese: il viadotto Danyang-Kunshan, costruito tra il 2006 e il 2010, è lungo 164,8 chilometri ed è il più esteso al mondo. Pensare che nel 1937, quando fu inaugurato il Golden Gate, i suoi 2,71 chilometri lo rendevano il ponte più lungo del Pianeta. Altri tempi.

Il planetario dei record a Shanghai

A obiettivi ambiziosi non possono che corrispondere enormi strutture: delle mire cinesi nello spazio abbiamo già detto, ma come si alimenta una narrazione sempre più coinvolgente? Semplice, costruendo a Shanghai il planetario più grande al mondo, parte del Museo della Scienza e della Tecnologia della città. Ha una superficie totale di oltre 38 mila metri quadrati, un telescopio di 24 metri e, tra le altre cose, anche  un centro di esplorazione per i giovani e due osservatori per il pubblico. Al suo interno si trova una collezione di circa 70 meteoriti e rocce, tra cui alcune provenienti dalla Luna e da Marte, e opere originali di Galileo, Keplero e Newton.

La corsa all’altezza: la Shanghai Tower

Non è un record, ma quasi: la Torre di Shanghai – che ospita l’hotel più alto al mondo – ha 128 piani, occupa una superficie di 380 mila metri quadri e misura 632 metri, l’edificio più alto del Paese. Non il primo al mondo, però, perché quel record appartiene – per ora – al Burj Khalifa di Dubai, che guarda tutti dai suoi 828 metri. Un progetto per superare il gigante degli Emirati però c’era: nel 2013, infatti, fu presentato Sky City One, una torre di 838 metri, da costruire a Changsha, che avrebbe consentito alla Cina di avere due dei tre più alti grattacieli del Pianeta. Per i lavori, da eseguire con una tecnica particolare, ci sarebbero voluti solamente 90 giorni, altro record. Otto anni dopo, però, dell’edificio non c’è traccia: nel 2016 il People’s Daily ha riportato che il governo dell’Hunan, la provincia di Changsha, ha fermato i lavori per delle incompatibilità ambientali. Sky City One, infatti, sarebbe sorto nei pressi della zona umida del Lago Daze, una delle 20 aree marine da proteggere in modo permanente. E, nonostante le rassicurazioni del Broad Group, azienda responsabile dei lavori («costruiremo il grattacielo nel 2016»), nulla è ancora stato fatto: sul sito ufficiale è tutto fermo al 2013.

https://www.youtube.com/watch?v=8GrU_2UK0-c