Direttore: Paolo Madron
  • Economia e Finanza
  • Politica
  • Tecnologia e Innovazione
  • Attualità
x
  • Attualità
    • Cronaca
    • Gossip
    • Web
  • Cultura e Spettacolo
    • Arte
    • Cinema
    • Design
    • Libri
    • Moda
    • Musica
    • Serie Tv
    • Teatro
    • Tv
  • Economia e Finanza
    • Aziende
    • Lavoro
  • Politica
    • Europa
    • Italia
    • Mondo
  • Salute e Benessere
    • Beauty
    • Fitness
    • Food & Beverage
    • Medicina
    • Sanità
    • Wellness
  • Sport
    • Altri Sport
    • Calcio
    • Motori
  • Tecnologia e Innovazione
    • App
    • Device
    • Domotica
    • Gaming
    • Sostenibilità
  • Chi Siamo
  • Scrivono per noi
  • Tag
  • Feed
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Attualità

Voliamo il bis

Negli Anni 60 a bordo degli aerei si potevano gustare deliziosi manicaretti. Salmone, caviale e filetto alla Stroganoff venivano serviti anche in economy. Come sono cambiati i pasti ad alta quota.

12 Agosto 2021 17:3512 Agosto 2021 19:03 Camilla Curcio

Prima di tristi panini e piatti precotti, il menu delle compagnie aeree era ben diverso. Sicuramente più appetitoso, anche in classe economica. Lo sa bene Anne Sweeney, hostess di Pan Am dal 1964 al 1975 che, girando per il mondo a bordo di voli di linea internazionali, si è trovata spesso a preparare leccornie a base di caviale Beluga, salmone affumicato e tartufo. Negli anni Sessanta, quella che è considerata l’età dell’oro dei viaggi aerei, l’equipaggio di compagnie chic ed glamour come la Pan Am era sottoposto a un training finalizzato a perfezionarne le abilità culinarie. Il cibo, infatti, era considerato elemento fondamentale, qualsiasi fossero l’offerta o il pacchetto scelti dal cliente. «Partecipavamo a un corso di cinque settimane, di cui il 70 per cento era occupato da esercitazioni culinarie utili a curare l’aspetto del servizio perché tutto quello che proponevamo veniva preparato sul momento, non c’era nulla di preconfezionato e già pronto», ha spiegato Sweeney in un’intervista a Cnn Travel. «Chi faceva l’assistente di volo in prima classe si occupava di preparare i carrelli e cucinare gli antipasti e il roast beef. C’erano da bollire le uova per la colazione e, probabilmente, uno dei compiti più ingrati era fare quelle strapazzate in economy».

Pranzi succulenti anche su voli economy

Sebbene ci fosse parecchia differenza con le pietanze offerte in business e prima classe, spesso fornite anche da chef e ristoranti di lusso, le alternative più smart non facevano affatto rimpiangere le proposte stellate: «Il servizio premium era puro lusso, grazie alla collaborazione tra Pan Am e il parigino Maxim ma i viaggiatori che non potevano permettersi un biglietto di quel tipo non soffrivano di certo la fame», ha raccontato l’hostess, «Potevano gustare verdure fresche appena riscaldate, un entrée a base di carne, vol-au-vent al pollo, filetto alla Stroganoff, manzo alla bourguignonne e altre ricette del genere».

La rivoluzione culinaria di Qantas

Oltre a Pan Am, anche a bordo dei velivoli dell’australiana Qantas, i turisti avevano la possibilità di coccolare i loro palati con manicaretti da leccarsi i baffi e che nulla avevano da invidiare a pranzi e cene gourmet. «Qantas ha inaugurato la pratica del pasto a bordo nel 1938», ha sottolineato David Crotty, curatore della Qantas Heritage Collection, «Il nostro primo partner è stato il Rose Bay Hotel, impacchettava il cibo in grossi contenitori termici. Lo staff non faceva altro che rimanere a disposizione dei viaggiatori, non era compito suo riscaldare i vari piatti». A partire dagli Quaranta in poi, la compagnia venne sottoposta a un vero e proprio restyling: furono introdotte le vivande congelate, nella crew di linea fu assunta la prima donna, si iniziò a mettere a punto una selezione di menu speciali per il Natale ed eventi eccezionali come il tour della famiglia reale inglese del 1954. Nell’occasione si servirono dentice in camicia con salsa all’olandese e costolette grigliate di agnello con patate. «Tra il 1950 e il 1960, volare verso mete internazionali era costoso e questo si rifletteva nella cucina, essenzialmente monopolizzata da piatti elaborati con nomi francesi difficilissimi», ha aggiunto Crotty. «Nel 1970, l’atmosfera è diventata molto più rilassata perché prendere un aereo non era più appannaggio esclusivo dei ricchi». Spostarsi da Londra a Auckland, con scalo a Roma, Bombay, Hong Kong e Melbourne, significava poter testare cibi e bevande diversissimi tra loro. Dal foie gras al petto di fagiano con panna acida, fino alle costolette di vitello con lingua di bue e mandorle.

In volo sull’Alaska tra vodka e caviale

Il protagonista indiscusso dei menu di Alaska Airlines, alla fine degli anni Sessanta, è stato senza dubbio il Golden Samovar. Il tradizionale contenitore russo, utile a riscaldare l’acqua per il tè, veniva utilizzato per servire il Bolshoi Golden Troika, un mix di caffè, vodka e liquori. Il drink accompagnava piatti tipici della tradizione come il vitello alla Orloff e il caviale, inseriti in un programma di accoglienza che, tra eleganti hostess e il suono della balalaika, celebrava ciò che la Russia aveva lasciato in eredità alla cultura dell’Alaska. Sicuramente diversi e molto meno estrose le preparazioni offerte da American Airlines e Singapore Airlines. Foto di repertorio mostrano carrelli ricchi di hamburger, insalate, formaggi e dessert di vario tipo. E, nonostante non ci fossero le informazioni di cui disponiamo oggi, l’attenzione a diete e abitudini alimentari particolari non mancava: «A bordo di Pan Am c’erano alternative vegetariane per i turisti indiani, piatti senza sale, per i diabetici e in versione kosher», ha ricordato Sweeney, «I Mormoni erano nostri clienti abituali e non consumavano altro che succhi di frutta e acqua. Niente alcool, caffè o teina». Ma i non si limitavano solo al cibo. Su alcune linee, in prima classe, venivano addirittura offerti ai fumatori pacchetti di Marlboro da quattro sigarette, le cui cicche venivano raccolte dal team di bordo che ne fumava quel che rimaneva o le utilizzava come mancia negli hotel in cui soggiornava.

 

Anita Ferrari, madre di Elena di Cioccio, raccontata dalla figlia
  • Gossip
Anita Ferrari, chi era la madre di Elena Di Cioccio (nelle parole della figlia)
«Era indomita e fragile allo stesso tempo, era dotata di coraggio, forza e determinazione unici». Le parole dell'attrice sulla mamma morta suicida nel 2016.
Alice Bianco
Sono circa 2 mila i lavoratori irregolari nei cantieri di Venezia. La Guardia di Finanza smaschera un sistema strutturato di sfruttamento
  • Cronaca
Venezia, individuati 2 mila lavoratori irregolari nei cantieri navali
Paghe irregolari, voci fantasma in busta paga, mancato rispetto delle condizioni richieste dal contratto collettivo nazionale: la Guardia di Finanza smaschera un sistema articolato di sfruttamento.
Elena Mascia
La pm Angioni è stata condannata per il caso Denise Pipitone, secondo il giudice «mentì per coprire i suoi insuccessi».
  • Attualità
Denise Pipitone, l’ex pm Angioni condannata: «Mentì per coprire i suoi insuccessi»
Per il giudice di Marsala le accuse dell'ex pm Angioni al Commissariato di Mazara del Vallo sono false e vennero fatte solo per coprire «insuccessi professionali»
Claudio Vittozzi
Pichetto supera il limite di 'assunzioni': il Mef blocca la nomina di Laura D'Aprile
  • Italia
Laura non c'è
La Ragioneria dello Stato ha bloccato la nomina a dirigente del Mase di D'Aprile, già in forze sotto Cingolani. Il motivo? Pichetto dopo aver moltiplicato le "assunzioni" anche dei consiglieri ha esaurito i posti disponibili. Che fine faranno i decreti relativi al Pnrr che ha firmato e che riportano la registrazione dell'incarico relativa al 2021?
Carlo Ciarri
  • Chi Siamo
  • Scrivono per noi
  • Tag
  • Feed
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
Nielsen Digital Measurement Privacy Policy

Tagfin Srl Sede Legale: Via dell'Annunciata, 7 – 20121 Milano

Numero di partita IVA e numero d’iscrizione al Registro Imprese 11673800964 del Registro delle Imprese di Milano.

Registrazione della testata giornalistica Tag43 presso il Tribunale Ordinario di Milano, n. 100 del 23 Aprile 2021