Prima di tristi panini e piatti precotti, il menu delle compagnie aeree era ben diverso. Sicuramente più appetitoso, anche in classe economica. Lo sa bene Anne Sweeney, hostess di Pan Am dal 1964 al 1975 che, girando per il mondo a bordo di voli di linea internazionali, si è trovata spesso a preparare leccornie a base di caviale Beluga, salmone affumicato e tartufo. Negli anni Sessanta, quella che è considerata l’età dell’oro dei viaggi aerei, l’equipaggio di compagnie chic ed glamour come la Pan Am era sottoposto a un training finalizzato a perfezionarne le abilità culinarie. Il cibo, infatti, era considerato elemento fondamentale, qualsiasi fossero l’offerta o il pacchetto scelti dal cliente. «Partecipavamo a un corso di cinque settimane, di cui il 70 per cento era occupato da esercitazioni culinarie utili a curare l’aspetto del servizio perché tutto quello che proponevamo veniva preparato sul momento, non c’era nulla di preconfezionato e già pronto», ha spiegato Sweeney in un’intervista a Cnn Travel. «Chi faceva l’assistente di volo in prima classe si occupava di preparare i carrelli e cucinare gli antipasti e il roast beef. C’erano da bollire le uova per la colazione e, probabilmente, uno dei compiti più ingrati era fare quelle strapazzate in economy».
Pranzi succulenti anche su voli economy
Sebbene ci fosse parecchia differenza con le pietanze offerte in business e prima classe, spesso fornite anche da chef e ristoranti di lusso, le alternative più smart non facevano affatto rimpiangere le proposte stellate: «Il servizio premium era puro lusso, grazie alla collaborazione tra Pan Am e il parigino Maxim ma i viaggiatori che non potevano permettersi un biglietto di quel tipo non soffrivano di certo la fame», ha raccontato l’hostess, «Potevano gustare verdure fresche appena riscaldate, un entrée a base di carne, vol-au-vent al pollo, filetto alla Stroganoff, manzo alla bourguignonne e altre ricette del genere».
La rivoluzione culinaria di Qantas
Oltre a Pan Am, anche a bordo dei velivoli dell’australiana Qantas, i turisti avevano la possibilità di coccolare i loro palati con manicaretti da leccarsi i baffi e che nulla avevano da invidiare a pranzi e cene gourmet. «Qantas ha inaugurato la pratica del pasto a bordo nel 1938», ha sottolineato David Crotty, curatore della Qantas Heritage Collection, «Il nostro primo partner è stato il Rose Bay Hotel, impacchettava il cibo in grossi contenitori termici. Lo staff non faceva altro che rimanere a disposizione dei viaggiatori, non era compito suo riscaldare i vari piatti». A partire dagli Quaranta in poi, la compagnia venne sottoposta a un vero e proprio restyling: furono introdotte le vivande congelate, nella crew di linea fu assunta la prima donna, si iniziò a mettere a punto una selezione di menu speciali per il Natale ed eventi eccezionali come il tour della famiglia reale inglese del 1954. Nell’occasione si servirono dentice in camicia con salsa all’olandese e costolette grigliate di agnello con patate. «Tra il 1950 e il 1960, volare verso mete internazionali era costoso e questo si rifletteva nella cucina, essenzialmente monopolizzata da piatti elaborati con nomi francesi difficilissimi», ha aggiunto Crotty. «Nel 1970, l’atmosfera è diventata molto più rilassata perché prendere un aereo non era più appannaggio esclusivo dei ricchi». Spostarsi da Londra a Auckland, con scalo a Roma, Bombay, Hong Kong e Melbourne, significava poter testare cibi e bevande diversissimi tra loro. Dal foie gras al petto di fagiano con panna acida, fino alle costolette di vitello con lingua di bue e mandorle.
In volo sull’Alaska tra vodka e caviale
Il protagonista indiscusso dei menu di Alaska Airlines, alla fine degli anni Sessanta, è stato senza dubbio il Golden Samovar. Il tradizionale contenitore russo, utile a riscaldare l’acqua per il tè, veniva utilizzato per servire il Bolshoi Golden Troika, un mix di caffè, vodka e liquori. Il drink accompagnava piatti tipici della tradizione come il vitello alla Orloff e il caviale, inseriti in un programma di accoglienza che, tra eleganti hostess e il suono della balalaika, celebrava ciò che la Russia aveva lasciato in eredità alla cultura dell’Alaska. Sicuramente diversi e molto meno estrose le preparazioni offerte da American Airlines e Singapore Airlines. Foto di repertorio mostrano carrelli ricchi di hamburger, insalate, formaggi e dessert di vario tipo. E, nonostante non ci fossero le informazioni di cui disponiamo oggi, l’attenzione a diete e abitudini alimentari particolari non mancava: «A bordo di Pan Am c’erano alternative vegetariane per i turisti indiani, piatti senza sale, per i diabetici e in versione kosher», ha ricordato Sweeney, «I Mormoni erano nostri clienti abituali e non consumavano altro che succhi di frutta e acqua. Niente alcool, caffè o teina». Ma i non si limitavano solo al cibo. Su alcune linee, in prima classe, venivano addirittura offerti ai fumatori pacchetti di Marlboro da quattro sigarette, le cui cicche venivano raccolte dal team di bordo che ne fumava quel che rimaneva o le utilizzava come mancia negli hotel in cui soggiornava.