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Chi è il capo dello Stato islamico del Grande Sahara ucciso dai francesi

Adnan Abou Walid al Sahraoui era a capo di una delle maggiori organizzazioni terroristiche del Sahel.

16 Settembre 2021 09:0016 Settembre 2021 10:28 Redazione
Chi è il capo dello Stato islamico del Grande Sahara ucciso dai francesi

Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato su Twitter che le forze francesi hanno “neutralizzato” il capo del gruppo terroristico dello Stato islamico nel Grande Sahara, Adnan Abou Walid al Sahraoui. «È un nuovo grande successo nella lotta che conduciamo contro i gruppi terroristi nel Sahel», ha scritto Macron. Aggiungendo: «La Nazione stasera pensa a tutti gli eroi morti per la Francia nel Sahel nelle operazioni Serval e Barkhane, alle famiglie in lutto, a tutti i feriti. Il loro sacrificio non è stato vano. Con i nostri partner africani, europei e americani, proseguiamo questa lotta».

Adnan Abou Walid al Sahraoui, chef du groupe terroriste État islamique au Grand Sahara a été neutralisé par les forces françaises. Il s’agit d’un nouveau succès majeur dans le combat que nous menons contre les groupes terroristes au Sahel.

— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) September 15, 2021

Voci della morte di Adnan Abou Walid al Sahraoui “Awas” si rincorrevano già questa estate. Ora c’è l’ufficialità. Awas è stato ucciso dalla task force Barkhane, ha confermato la ministra delle Forze Armate Florence Parly su Twitter, parlando di un «colpo decisivo contro questo gruppo terroristico».

Le chef de l’EIGS – n°1 de Daech au Sahel – est mort à la suite d’une frappe de la force Barkhane. Je félicite les militaires et agents de renseignement qui ont contribué à cette traque de longue haleine. C’est un coup décisif contre ce groupe terroriste. Notre combat continue. https://t.co/zqNPB3HCRN

— Florence Parly (@florence_parly) September 15, 2021

LEGGI ANCHE: La mappa della jihad in Africa

Lo Stato islamico nel Grande Sahara è stato fondato da Awas nel 2015

Lo Stato islamico nel Grande Sahara era stato fondato nel 2015 da Al-Sahraoui, già membro del Fronte Polisario, e successivamente di al Qaeda del Maghreb. Awas era considerato il regista della maggior parte degli attacchi della regione cosiddetta delle tre frontiere, una vasta area tra il Mali, il Niger e il Burkina Faso, base per i gruppi jihadisti su cui la Francia ha concentrato i suoi sforzi negli ultimi anni.

Lo Stato Islamico del grande Sahara per imporsi nell’area ha colpito svariate volte civili. Il 2 maggio 2021, a una cinquantina i chilometri a nord di Ouatagouna (in Mali), alcuni miliziani hanno tagliato in pubblico la mano destra e il piede sinistro di tre presunti ladri. Nell’ottobre 2017 a Tongo Tongo, nel sudovest del Niger il gruppo aveva ucciso otto soldati: quattro americani e quattro nigeriani. Mentre alla fine del 2019 aveva messo a segno una serie d’attacchi contro le basi militari in Mali e in Niger. Il 9 agosto 2020, Awas aveva personalmente ordinato l’assassinio di sei cooperanti francesi e della loro guida nigeriana.

Negli ultimi mesi il gruppo aveva subito altre perdite. Le forze francesi a giugno avevano ucciso Dadi Ould Chaib, conosciuto con il nome di Abou Dardar, e Almahmoud ag Baye alias Ikaray: entrambi vicini al numero uno Awas. A luglio erano stati uccisi Issa Al Sahraoui che reclutava e formava i giovani jihadisti e Abou Abderahmane Al Sahraoui, una sorta di giudice che emetteva condanne a morte in nome dell’organizzazione.  Il prossimo obiettivo dei francesi è Iyad Ag Ghali, leader dell’Aqmi, al Qaeda nel Maghreb islamico.

 

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