Il 25 novembre di un anno fa moriva all’età di 60 anni il genio del calcio Diego Armando Maradona. Dodici mesi in cui la figura del Pibe de oro ha continuato a essere presente nell’immaginario collettivo degli appassionati di tutto il mondo. In pochi come il campione argentino sono riusciti diventare il simbolo di un’epoca e a ispirare la cultura popolare. Centinaia di murales, bandiere, statue, tatuaggi e messaggi in memoria del 10 sono stati svelati da federazioni, club, giocatori, tifosi e famiglie, per moltiplicarne ulteriormente figura e ricordo. Napoli, sua seconda patria e dove è stato venerato come un santo, gli ha intitolato lo stadio che ha visto i suoi trionfi, il murales ai Quartieri Spagnoli è diventato meta di pellegrinaggio.
Da Kusturiza a Neri Parenti, il cinema pazzo di Maradona
Nel corso degli anni si sono moltiplicati i libri dedicati all’argentino, i documentari, le canzoni, le serie tv come quella di Amazon Prime Maradona, sogno benedetto. Il cinema si è occupato di lui sin dai primi anni della sua carriera. Già nel 1980, quando Diego aveva appena 19 anni, Palito Ortega lo vuole per una piccola parte nella commedia musicale ¡Qué linda es mi familia!. Da non dimenticare anche Maradona by Kusturica (2008) del regista serbo-bosiniaco Emir Kusturica, documentario presentato a Cannes 61 che racconta il calciatore e l’uomo. In Italia non si contano le opere “maradoniane”. Si va da Santa Maradona (2001), diretto da Marco Ponti, dove el Diez viene omaggiato sia con la canzone dei Mano Negra che dà il titolo al film sia nei titoli di coda, a Maradona – La mano de Dios, biopic di Marco Risi del 2007, per non dimenticare Tifosi (1999) di Neri Parenti, dove el Pibe de oro interpreta se stesso.
L’omaggio di Sorrentino al Pibe de Oro
Una delle ultime opere cinematografiche a lui ispirate, uscito nelle sale cinematografiche il 24 novembre, è di Paolo Sorrentino. Parliamo di È stata la mano di Dio, film autobiografico del regista napoletano che ha sullo sfondo gli anni napoletani di Diego. La pellicola rappresenterà l’Italia agli Oscar per la categoria del miglior film internazionale. Sorrentino aveva già avuto modo di citare Maradona durante i ringraziamenti quando vinse la statuetta dell’Academy per La grande bellezza nel 2013. Ma è in Youth – La giovinezza del 2015 che per la prima volta lo mette in scena: il campione argentino, interpretato da un sosia, viene ritratto come un grasso ospite di una clinica dove si trovano i protagonisti del film Harvey Keitel e Michael Caine. Solo davanti a una pallina da tennis si rivede il vecchio fuoriclasse, con una scena indimenticabile in cui palleggia con il suo mancino irresistibile.