Poco prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, il magnate russo Roman Abramovich ha modificato dieci trust da miliardi di dollari, per trasferirne la proprietà effettiva ai suoi figli. Lo scrive il Guardian, entrato in possesso di documenti riservati: in quei giorni di inizio febbraio, vari governi avevano minacciato di imporre sanzioni contro gli oligarchi russi, in caso di invasione.

Il magnante ha distribuito ai sette figli beni per quattro miliardi di euro
Le modifiche ai trust sono state apportate nel tentativo di proteggere la vasta fortuna dell’oligarca dalla minaccia del congelamento dei beni. È ciò che suggerisce il giornale britannico. Le modifiche hanno reso i sette figli di Abramovich, il più giovane dei quali ha nove anni, beneficiari di fondi che detengono beni dal valore di almeno 4 miliardi di euro, che però potrebbe essere molto più alto. I beni contenuti nei trust includono proprietà immobiliari di lusso, una flotta di super-yacht, elicotteri e jet privati. Gli esperti sottolineano che la radicale riorganizzazione dei trust potrebbe complicare gli sforzi per imporre sanzioni contro l’oligarca (molto vicino a Vladimir Putin) e, potenzialmente, impedire di congelare i beni precedentemente appartenenti al magnate dei metalli. Le rivelazioni, scrive il giornale britannico, potrebbero portare a riflessioni sull’opportunità o meno di sanzioni dirette ai figli di Abramovich. Che, comunque, con le citate modifiche non ha commesso alcunché di illegale.

Il patrimonio di Abramovich si è più che dimezzato dall’inizio della guerra
Le informazioni sarebbero state ottenute hackerando un provider basato a Cipro, che amministra i trust di Abramovich. I documenti sarebbero stati poi offerti in forma anonima al Guardian. Sanzionato da Regno Unito e Ue (ma non dagli Stati Uniti), dall’inizio della guerra Abramovich ha visto il proprio patrimonio crollare del 57 per cento: adesso ha una fortuna pari a 7,5 miliardi di euro.