Aveva fatto discutere al momento della sua entrata in vigore. Adesso la controversa legge texana sull’aborto torna a far parlare di se. L’efficacia della disposizione, infatti, è stata temporaneamente bloccata dal giudice federale di Austin Robert Pitman. Il provvedimento in seguito al ricorso dell’amministrazione del presidente Usa Joe Biden, contrario a una norma che impedisce l’interruzione volontaria di gravidanza dopo la sesta settimana, anche, ed è l’aspetto più attenzionato, in caso di incesto o stupro. Quando cioè dal medico è stata riscontrata la prima attività cardiaca dell’embrione.
Un parziale successo per i democratici, all’interno di una battaglia che appare ancora lontana dal concludersi. Il governo del Texas ha già annunciato infatti che non si rassegnerà al provvedimento, ma che a sua volta impugnerà la decisione. Alla luce della quale, i medici texani possono tornare a praticare l’aborto senza il timore di essere per questo denunciati. Adesso la palla passa alla Corte d’Appello federale che ha giurisdizione in Mississippi, Louisiana e appunto Texas. Se quest’ultima dovesse propendere per la costituzionalità del provvedimento, la Corte suprema potrebbe, a sua volta, decidere di non proseguire con ulteriori gradi di giudizio, determinando la piena efficacia della legge.
Com’è regolato l’aborto negli Stati Uniti
Sotto il nome di Heartbeat Act, la legge attualmente congelata era entrata in vigore nello scorso messe di settembre ed è stata da subito considerata una delle più restrittive del Paese. Anche per questo nelle ultime settimane si erano succedute le manifestazioni dissenso, con tante persone scese in piazza a protestare. L’aborto, infatti, negli Stati Uniti d’America rimane una pratica perfettamente legale, ma non dispone di una legislazione uniforme sul tutto il territorio a Stelle e strisce. In sostanza, i singoli Stati possono normare la materia in piena autonomia. L’aborto in Usa è legale dal 1973 anno in cui venne emessa la sentenza Roe vs Wade.