Il blitz è stato tentato alla vigilia di Pasqua. Ma con esiti non all’altezza delle aspettative. Il ministro dello Sport Andrea Abodi ha cercato di azzerare i vertici di Sporte e salute, la società controllata dal Mef che si occupa dello sviluppo dello sport in Italia, alla cui guida siede dal marzo del 2020 Vito Cozzoli, in precedenza capo di gabinetto di Luigi Di Maio e poi di Stefano Patuanelli al Mise durante i governi presieduti da Giuseppe Conte.
Il tentativo di ridisegnare la governance di Sport e salute
A bloccare il tentato ribaltone i richiami del presidente della Repubblica e le proteste di Forza Italia, Lega e persino di una parte di Fratelli d’Italia tenuta all’oscuro dell’iniziativa. Per Giorgia Meloni un’altra grana da gestire in un momento in cui certo non ne sentiva il bisogno. Prima dell’ultimo Consiglio dei ministri infatti Flavio Siniscalchi, capo dipartimento del ministro dello Sport in sede di preconsiglio aveva annunciato che era intenzione del ministro Abodi inserire, senza alcun previo confronto, una norma all’interno del decreto sulla pubblica amministrazione in cui veniva ridisegnata una nuova governance di Sport e Salute che, esattamente come altre società pubbliche prevedesse un presidente, un amministratore delegato e un direttore generale. Uno spacchettamento non previsto dalla legge e subito bloccato. Come se non bastasse Abodi aveva pensato bene di azzerare l’attuale consiglio d’amministrazione, con lo scopo di portare poi in sede ministeriale la torta dei contributi per lo sport che secondo tutte le direttive internazionali del CIO devono essere gestite da un’entità terza, che non può essere per appunto il governo. Ma cosa si nasconde dietro questo mancato blitz?

Abodi vorrebbe Francesco Zicchieri al posto di Vito Cozzoli
In primis la volontà di nominare come ad di Sport e Salute Giuseppe De Mita, figlio di Ciriaco e per un breve periodo direttore generale della Lazio prima di intraprendere un’attività di impresario di spettacoli. Attività che è entrata anche in collisione con gli uffici amministrativi di Sport e salute perché considerata non in linea con i parametri economici richiesti. La nomina di De Mita era caldeggiata fortemente da Marco Mezzaroma, talent scout dello stesso Abodi, ma soprattutto da Arianna Meloni, potente sorella della premier che ormai si occupa di nomine a tempo pieno. Caduta con ogni probabilità per le osservazioni fatte dall’audit la candidatura di De Mita, resterebbero in corsa Michele Uva, da sempre manager vicino a Enrico Letta, e Francesco Zicchieri, un passato politico trasversale da An a Italia Viva, sostenuto dalla Lega di cui è stato coordinatore regionale del Lazio, e al centro di polemiche per alcune suoi post sui sociali in cui dichiarò che se essere patrioti vuol dire essere fascisti, lui era fascista.

Le analogie con il caso di Claudio Anastasio
Evidenti le analogie con il caso di Claudio Anastasio, il manager voluto da Meloni alla guida di 3-I, dimessosi dopo aver mandato ai consiglieri una lettera che ricalcava il discorso di Mussolini in Parlamento in cui rivendicava la paternità politica del delitto Matteotti. Zicchieri è stato scelto da Abodi insieme al sottosegretario all’Ambiente Claudio Barbaro, salito agli onori delle cronache perché nell’associazione sportiva di cui è presidente dal 1994, l’Asi, hanno lavorato anche l’esponente dei Nar Luigi Ciavardini, e Riccardo Andriani, ex Fronte della gioventù, nostalgico rautiano e nominato nel 2021 da Gianni Alemanno commissario dell’Unire. Meloni, già in difficoltà con le nomine sulle partecipate, ha detto ad Abodi che almeno su questo fronte non vorrebbe altre grane né con gli alleati e neppure sulla scelta di candidati che la mettano in difficoltà.