Vladimir Osechkin, l’attivista che aiuta i disertori russi a fuggire

Redazione
25/01/2023

Attivista per i diritti umani, giornalista investigativo e fondatore del sito Gulagu.net, Vladimir Osechkin è nella black list del Cremlino che su di lui pare aver messo addirittura una taglia. Dal 2015 vive in Francia sotto protezione ed è diventato nell'ultimo anno punto di riferimento per i disertori che vogliono lasciare la Russia. Un profilo.

Vladimir Osechkin, l’attivista che aiuta i disertori russi a fuggire

Da anni nel mirino del Cremlino per la sua attività di giornalista investigativo e fondatore del sito anticorruzione gulagu.net, da quando è cominciata l’invasione dell’Ucraina, è diventato punto di riferimento per i disertori russi: soldati, mercenari e alti funzionari, tra cui ex generali e agenti dell’intelligence. Condannato in contumacia in patria, Vladimir Osechkin dal 2015 vive con la famiglia in Francia sotto protezione ed è nella lista dei ricercati di Mosca. Il 3 gennaio scorso il ministero della Giustizia lo ha inserito anche nell’elenco degli ‘agenti stranieri‘ insieme con la cantante Monetochka (Elizaveta Gyrdymova),  l’attivista Ibrahim Yaganov, il blogger Vadim Kharchenko, il conduttore di Navalny LIVE Anton Ustimov (Anton Pikuly) e la deputata della Duma Daria Besedina. (Va ricordato che nella black list del Cremlino è finito anche il progetto T9 NSK che aiuta le persone transgender e i loro familiari).

L’inchiesta sugli stupri e le torture nelle carceri russe

Nato a Samara, nella Russia sud-occidentale, nel 1981, Osechkin è stato a lungo una spina nel fianco del potere russo. Dopo aver fondato Gulagu.net nel 2011, ha supervisionato e curato una serie di indagini sui crimini commessi da istituzioni e ministeri russi. Nel 2021 ha pubblicato un ampio archivio di documenti, compresi foto e video, su violenze e abusi nelle carceri russe tra cui quella di Saratov grazie al whistleblower Sergei Saveliev, un cittadino bielorusso che stava scontando una pena per traffico di droga. Savelyev aveva lavorato come addetto alla manutenzione IT, avendo accesso al server interno della prigione e a quelli di altre carceri, ha trovato filmati di sorveglianza che mostravano gli abusi e le violenze salvandoli su una chiavetta Usb fatta poi uscire dal carcere. Lo scandalo, che ha portato all’incriminazione di Osechihkin e Savaliev, ha spinto un gruppo di ufficiali del FSB, il servizio di sicurezza federale russo, a diventare informatori per l’organizzazione.

Vladimir Osechkin, l'attivista che aiuta i disertori russi a fuggire
I video delle torture in carcere pubblicati da Gulagu.net.

Il punto di riferimento per disertori e dissidenti

Con l’invasione russa, il lavoro di Gulagu.net è tornato sotto i riflettori internazionali. Tanto che Osechkin, già scampato con la famiglia a tentativi di omicidio, ora secondo una sua fonte cecena avrebbe sulla sua testa addirittura una taglia. Nei mesi ha raccolto prove del crescente dissenso tra le file della nomenklatura nei confronti della guerra, dovuto anche a legami familiari con l’Ucraina. La cosiddetta operazione militare speciale prima e la mobilitazione parziale poi hanno portato numerosi funzionari e militari a lasciare la propria patria chiedendo aiuto all’organizzazione. I disertori sanno infatti che Osechkin ha contatti con le autorità occidentali e può efficacemente rendere pubbliche informazioni riservate. Si tratta di soldati semplici, ha spiegato Osechkin alla Cnn, ma anche pezzi grossi: ex ministri, ex generali, ex ufficiali del FSB e persino mercenari della Wagner. Come Andrei Medvedev, ex comandante del gruppo di Prigozhin fuggito e poi arrestato in Norvegia. Dopo essersi rifiutato di rinnovare il contratto temeva per la propria vita. O come Pavel Filatiev, paracadutista, che su VKontakte aveva pubblicato una sorta di diario sulla battaglia a Kherson e Mykolaiv condannando la guerra. Ha trascorso 45 giorni a scrivere le sue memorie del conflitto, finite poi nel libro ZOV, rompendo un’omertà per cui anche la parola ‘guerra’ è impronunciabile. «Semplicemente non riesco più a stare zitto», disse poco prima di lasciare la Russia lo scorso agosto al Guardian, «anche se so che probabilmente non cambierò le cose, e forse mi sono cacciato in un mare di guai».

Norvegia, arrestato il disertore del Gruppo Wagner Andrei Medvedev. L'ex comandante di 26 anni aveva chiesto asilo politico.
Andrei Medvedev, arrestato in Norvegia (Gulagu).

Lo scambio di informazioni con le intelligence europee

I funzionari, soprattutto se di alto livello, aiutati dalla rete di Osechkin in cambio forniscono informazioni circa le dinamiche interne a Mosca. Alcune notizie, sebbene non siano esclusive o di particolare interesse, finiscono alle intelligence europee con le quali l’attivista sostiene di avere contatti regolari. Il problema è evitare di cadere nelle trappole di Mosca: diversi sono stati i tentativi di di infiltrarsi nell’organizzazione per poi screditarne il lavoro facendo perdere appeal alla figura di Osechkin. Lui tira dritto convinto che l’invasione abbia rappresentato un punto di non ritorno per Putin che ha azzerato in pochi mesi decenni di stabilità, sociale ed economica. La stessa che gli aveva consentito di rimanere saldo al potere. «Ha molti nemici all’interno del sistema», spiega l’attivista alla Cnn. Persone «che hanno lavorato per più di 20 anni al suo fianco per garantire stabilità al Paese, e benessere per le generazioni future. Nell’ultimo anno Putin ha annullato questa prospettiva di vita».