Il 9 dicembre 1992 moriva a soli 64 anni Franco Franchi. Insieme con Ciccio Ingrassia formò una delle coppie comiche più famose dello spettacolo italiano. Al duo, nel 2004, è stato dedicato il film-documentario Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio, per la regia di Daniele Ciprì, Franco Maresco.
Gli inizi difficili, tra le strade di Palermo e il circo
Francesco Benenato, questo il suo vero nome, nacque il 18 settembre 1928 in una famiglia proletaria di Palermo. Quarto di 13 figli, non riuscì a finire nemmeno le elementari perché costretto a lavorare con il padre come muratore. Fin da giovanissimo fu attratto dalla comicità. Esibendosi per le strade della città come banditore, venne notato da Salvatore Polara, un musicista napoletano che nel 1945 lo inserì nel suo gruppo, gli Striscianti, che si esibiva nelle feste popolari, nei battesimi e nei matrimoni. In questo periodo Franco Franchi diede vita al suo primo personaggio: Ciccio Ferraù. Dotato di una straordinaria mimica facciale – imitava Totò, ma anche Mussolini e Hitler – nel 1948 venne assunto come tuttofare in un circo. Dopo aver perso il lavoro, nel 1950 venne arrestato a causa di piccoli furti. Uscito di galera si trasferì al Nord dove lavorò come posteggiatore prima di prestare servizio militare a Bologna. Rientrato in Sicilia riprese a fare l’attore.

L’incontro con Ciccio Ingrassia, Modugno e il cinema
Agli inizi degli Anni 50 l’incontro che gli cambiò la vita. Conobbe Francesco Ingrassia, detto Ciccio, impegnato in una compagnia teatrale. Allampanata e lunare la maschera di quest’ultimo, grottesca e terrigna quella del primo, i due hanno dato vita a una comicità «sottoproletaria», come la definì Goffredo Fofi, che si alimentava della tradizione dialettale siciliana. Dopo gli inizi nell’avanspettacolo, dove vennero scoperti da Domenico Modugno, nel 1960 debuttarono al cinema con Appuntamento a Ischia prodotto dallo stesso Modugno, che volle i due attori con sé anche nel celebre musical teatrale Rinaldo in campo (1962). Il primo grande successo arrivò nel 1961 con L’onorata società. Da quel momento al 1970 la coppia girò più di 100 film che totalizzarono al botteghino il 10 per cento degli incassi del periodo. Nonostante questo furono sempre snobbati dalla critica del tempo. Nel decennio successivo, Franco e Ciccio, già allontanati da tensioni, si sciolsero e ripresero più volte, intraprendendo progetti in solitaria. Nei primi Anni 70 Franchi partecipò anche al Festival della Canzone napoletana con il brano O divorzio insieme a Angela Luce e con A mossa, interpretata con Mirna Doris, continuando con il filone comico grottesco con film come Ultimo tango a Zagarol di Nando Cicero, pellicola diventata cult. Insieme Franco e Ciccio interpretarono nel 1972 il Gatto e la Volpe nella miniserie Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini. In tv proseguirono con Canzonissima e altre trasmissioni che ne rinnovarono la popolarità. Di minore successo, invece, fu il tentativo di passare, a fine carriera, al cinema d’autore con Kaos di Paolo e Vittorio Taviani. Negli Anni 80, Franco e Ciccio cominciarono a lavorare per la Fininvest. Il critico Tatti Sanguineti, alla presentazione di Come inguaiammo il cinema italiano, raccontò che Franchi e Silvio Berlusconi scrissero alcuni testi di canzoni del repertorio del duo, successivamente interpretate dal Cav e Mariano Apicella.

L’ultima apparizione in tv a Domenica In
Franchi fu anche sfiorato dall’inchiesta del giudice Giovanni Falcone sfociata nel maxiprocesso quater. L’attore ammise di aver conosciuto alcuni boss mafiosi dell’epoca, anche di famiglie rivali, ma solo perché invitato come vip alle feste, venendo completamente prosciolto da ogni accusa. Lui stesso in una intervista a Epoca del 1989 raccontò: «Sono stato anche al matrimonio del figlio o della figlia di Badalamenti, Don Tano era una persona simpatica, signorile. Ma tutto ciò non significa che io parteggiavo con qualcuno. Infatti io andavo da tutti e conoscevo tutti, Don Tano, Bontade, Michele Greco. E questo significa che non ero e non sono legato a nessuna famiglia». Poi ammise: «Lo so, forse ho sbagliato, forse ci sono stati troppi mafiosi nella mia vita…» Nel luglio del 1992, a Napoli, durante le registrazioni del varietà di Rai 3 Avanspettacolo, venne ricoverato a causa di un attacco cardiaco. Nell’ottobre dello stesso anno tornò un’ultima volta in tv a Domenica In.., dove insieme a Ciccio eseguì il loro cavallo di battaglia Tre briganti e tre somari. Morirà pochi mesi dopo. Tag43 vi dà il buongiorno con Ciuri Ciuri.