L’8 maggio 1983 moriva John Fante, uno dei più grandi scrittori statunitensi. Nato nel 1909 a Denver, in Colorado, Fante era figlio di un immigrato italiano originario di Torricella Peligna (in provincia di Chieti) e di una statunitense, nata a Chicago da genitori originari della Basilicata. Lasciata l’università, si mantenne con lavori precari abbandonando la famiglia e Boulder, dove era cresciuto, per trasferirsi nel 1930 a Los Angeles.
L’arrivo in California e l’attività di sceneggiatore per Hollywood
Fu proprio in California che decise di concentrarsi sulla scrittura. Grazie all’aiuto del giornalista e saggista Henry Louis Mencken, Fante cominciò a collaborare con la rivista The American Mercury di cui Mencken era direttore. Sempre Mencken gli pubblicò il primo di una serie di racconti che, visto il successo, permisero a Fante di uscire dalla condizione di indigenza in cui fino a quel momento aveva vissuto. Sempre all’inizio degli Anni 30 iniziò a scrivere per il cinema diventando sceneggiatore per Hollywood. Un lavoro che non amò mai ma che gli garantì buoni guadagni e che lo porterà anche in Italia dove, nel 1961, collaborò con Dino De Laurentiis alla sceneggiatura e al soggetto de Il re di Poggioreale diretto da Duilio Coletti.

La saga di Arturo Bandini e Chiedi alla polvere, capolavoro del 1939
Nel 1934 iniziò il suo primo romanzo La strada per Los Angeles, concluso nel 1936, che verrà però pubblicato postumo nel 1985. Nel 1938 fu la volta di Wait until spring, Bandini (Aspetta primavera, Bandini) che segnò il debutto di Arturo Bandini, giovane italo-americano sorta di alter ego dell’autore. Nel 1939 uscì invece il suo capolavoro Ask the dust (Chiedi alla polvere) in cui Bandini, ormai proiettato verso il successo letterario, vive una tormentata relazione con una cameriera messicana che, sprofondata nella follia, sparisce nel deserto che circonda la città.

L’incontro con Charles Bukowski
Con lo scoppio della Seconda Guerra mondiale, Fante lavorò come collaboratore dei servizi d’informazione. Il suo romanzo successivo, Full of life venne, infatti, pubblicato solo nel 1952. Dopo una lunga fase di silenzio, dovuta a gravi problemi di salute (ammalato di diabete, Fante diventerà cieco e perderà entrambe le gambe), nel 1977 tornò con La confraternita dell’uva. L’anno successivo conobbe Charles Bukowski che lo definì «il narratore più maledetto d’America» e convinse la Black Sparrow a ristampare le sue opere arrivando in caso di rifiuto a minacciare l’editore di non consegnargli il manoscritto del suo nuovo romanzo. L’ultimo lavoro di Fante, Dreams from Bunker Hill, dettato alla moglie, venne pubblicato nel 1982 poco prima della sua morte. A John Fante è stato dedicato il premio letterario Il Dio di mio padre che si tiene dal 2006 a Torricella Peligna.

I romanzi diventati film
Tre dei suoi romanzi sono diventati film. Nel 1956 curò lui stesso la sceneggiatura di Full of life; nel 1989 uscì nelle sale Aspetta primavera, Bandini prodotto da Francis Ford Coppola, con Joe Mantegna, Ornella Muti e Faye Dunaway. Nel maggio 2006 è stata invece la volta di Chiedi alla polvere con protagonisti Colin Farrell, Salma Hayek e Donald Sutherland. Un omaggio a Fante è presente invece nel film del 2012 The Words, diretto da Brian Klugman e Lee Sternthal. In una scena il protagonista (Bradley Cooper) seduto su una panchina di Central Park legge Chiedi alla polvere. Poco dopo il personaggio interpretato da Jeremy Irons gli racconta di aver conosciuto personalmente a LA lo stesso Fante. Ed è proprio con questa scena che Tag43 vi dà il buongiorno.