Il 6 febbraio 1963 moriva Piero Manzoni

Redazione
06/02/2023

Il 6 febbraio 1963 moriva a soli 29 anni Piero Manzoni. Tag43 lo ricorda con la canzone dei Baustelle Un romantico a Milano.

Il 6 febbraio 1963 moriva Piero Manzoni

Il 6 febbraio 1963 moriva a soli 29 anni Milano Piero Manzoni. Nato nel 1933 a Soncino (in provincia di Cremona) terminati gli studi classici presso l’istituto cattolico Leone XIII di Milano, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza. Già durante gli anni universitari fu assorbito dall’interesse per lettura, musica, cinema e arte che dal corso accademico. Nel 1953 cominciò a prendere lezioni di pittura. Da passatempo quella per l’arte divenne una vera e propria vocazione tanto che lasciò gli studi.

Il bar Giamaica, Albisola Marina e Lucio Fontana

Nei primi anni, Manzoni dipinse paesaggi e ritratti con tecnica figurativa. Nel 1956 iniziò a frequentare lo studio di Crippa, le gallerie milanesi e il bar Giamaica in via Brera, luogo di ritrovo di scrittori, artisti spazialisti e nucleari. Manzoni già conosceva Lucio Fontana dalle comuni villeggiature ad Albisola Marina, nel Savonese. I soggiorni nella cittadina ligure – un crocevia artistico grazie all’arte della ceramica – lo introdussero anche all’avanguardia del gruppo Co.Br.A. Nell’agosto 1956 esordì alla IV Mostra mercato nel Castello Sforzesco di Soncino con due quadri realizzati premendo sul supporto chiavi intinte nel colore e scrisse il manifesto Per la scoperta di una zona di immagini. Un breve testo in cui anticipò alcuni punti essenziali delle tesi che svilupperà in successivamente. Nel 1957 la sua ascesa nella scena artistica venne sancita da una collettiva alla Galerie 17 di Monaco, cui fu invitato con Fontana, Dangelo, Baj e Munari. Nello stesso anno pubblicò il manifesto Per una pittura organica e iniziò la sua serie di quadri bianchi o, meglio, senza colore, che poi chiamerà Achromes (in francese: incolore). L’anno successivo, utilizzando un mix di gesso, colla e caolino – un’argilla bianca e friabile conosciuta durante i soggiorni albisolesi e diffusissima nella produzione della ceramica e della porcellana – cominciò a realizzare le tele grinzate.

Il 6 febbraio 1963 moriva Piero Manzoni
Piero Manzoni (1933-1963).

Dalla performance La Consumazione dell’arte alla celebre Merda d’artista

Durante l’estate del 1959 realizzò la serie delle Linee: una spessa linea d’inchiostro tracciata su un rotolo di carta, chiuso in un cilindro etichettato con l’indicazione della lunghezza e la data. Nello stesso anno abbandonò il gruppo dei Nucleari per avvicinarsi ad Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani. Con quest’ultimo fondò la rivista Azimuth, con scritti di Vincenzo Agnetti, Nanni Balestrini e Edoardo Sanguineti e illustrazioni di Yves Klein, Arnaldo Pomodoro, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Piero Dorazio, Gastone Novelli e Franco Angeli. Alla fine dell’anno inaugurò la galleria Azimut, con la mostra Piero Manzoni 12 linee, messe in vendita a cifre comprese tra 25 mila e 80 mila lire, secondo il metraggio, parodiando i criteri di stima del valore, artistico e commerciale, dell’arte. Sempre nello stesso periodo entrò in contatto con il Gruppo ZERO di Düsseldorf e realizzò 45 Corpi d’aria: comuni palloncini, prodotti successivamente nella variante Fiato d’artista. Nel luglio 1960 presentò la sua performance più nota: la Consumazione dell’arte, dinamica del pubblico, divorare l’arte. L’anno successivo presentò le Basi magiche: piedistalli che trasformano in opera d’arte le persone che vi salgono sopra, firmate e accompagnate da Certificati di autenticità (tra le 73 firmate compaiono anche Umberto Eco, e le scarpe destre di Franco Angeli e Mario Schifano). Poco dopo realizzò 90 scatolette di Merda d’artista del peso di 30 grammi ciascuna vendute al peso dell’oro e presentate ad Albisola.

Il 6 febbraio 1963 moriva Piero Manzoni
La Merda d’artista di Manzoni.

Pippa Bacca, la tragica fine della nipote artista

A nemmeno 30 anni, il 6 febbraio 1963, Piero Manzoni morì improvvisamente a causa di un infarto nel suo studio di via Fiori Chiari 16. Oggi le sue opere sono esposte in tutto il mondo, eppure la sorella Elena – madre di Pippa Bacca, artista performativa a sua volta e ritrovata senza vita in Turchia nel 2008 – in una intervista del 2013 a Mentelocale confessò: «Noi all’epoca non gli davamo mica molta importanza, frequentava un giro di persone e artisti alternativi, ci sembrano che le sue cose fossero normali. Abbiamo capito che non era così quando, immediatamente dopo la sua morte, sono arrivate richiesta dall’Italia e dall’estero».

Tag43 lo ricorda dandovi il buongiorno con la canzone dei Baustelle Un Romantico a Milano che cita l’artista proprio nella prima strofa: «Mamma/Che ne dici di un romantico a Milano?/Fra i Manzoni preferisco quello vero: Piero».