La riforma del 5 per mille: tra i destinatari anche esercito, carabinieri e polizia penitenziaria
In caso di via libera della riforma proposta dalla Lega, il fondo del 5 per mille potrebbe essere usato anche per l'assistenza del personale di esercito, Guardia di finanza e polizia penitenziaria. Così però si corre il rischio di snaturare lo strumento pensato per no profit e terzo settore.
Il 5 per mille mette la divisa. E può essere sia la mimetica delle forze armate che l’uniforme delle Fiamme gialle così come anche quella dei Vigili del fuoco. I contribuenti potranno infatti finanziare il fondo per i premi al personale dei carabinieri, favorire l’acquisto di abitazioni a prezzo agevolato, o sostenere le attività del tempo libero degli agenti di polizia penitenziaria e dei loro familiari. Il vecchio dopolavoro. Ma si potrà foraggiare pure «l’assicurazione del personale della Guardia di finanza destinato a servizi particolarmente rischiosi, quando tale onere non sia a carico dello Stato». Insomma cambia totalmente pelle lo strumento pensato per dare sostegno agli enti e alle associazione no-profit, iscritte all’Agenzia delle Entrate. Una trasformazione che ora rischia di snaturarlo.

Il provvedimento proposto dalla Lega ha già avuto l’ok del Senato
In caso di via libera della riforma, in discussione in queste ore nella commissione Bilancio della Camera, le maglie si allargheranno, includendo «il finanziamento del fondo di assistenza per il personale in servizio del Corpo della Guardia di finanza o della Polizia di Stato o dell’Arma dei carabinieri o del Corpo nazionale dei vigili del fuoco o del Corpo di polizia penitenziaria o dell’Esercito o della Marina militare o dell’Aeronautica militare», come recita il testo di legge. Inoltre il contributo del 5 per mille può finire per il «sostegno, l’assistenza e per attività a favore di congiunti di appartenenti alle rispettive amministrazioni deceduti per causa di servizio o in servizio». Il provvedimento, proposto dalla Lega (la prima firma è quella del senatore Gianfranco Rufa) è approdato a Montecitorio lo scorso giugno, dopo che il Senato aveva dato il via libera con appena tre voti contrari. Prevedibile quindi l’approvazione definitiva, con buona pace di chi protesta.
Una platea più ampia di beneficiari ma con una identità diversa
I contribuenti possono avere una platea più ampia per attribuire le risorse. Ma con un’identità diversa. Attualmente, infatti, la normativa in vigore consente la devoluzione del 5 per mille agli «enti iscritti nel Registro unico nazionale degli enti del terzo settore», al «finanziamento della ricerca scientifica e dell’università» o di quella «sanitaria». Dunque, da organizzazioni come Emergency agli istituto come il Gemelli. È poi possibile destinare la quota alle «attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente», per esempio le pro loco, e al «sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal Coni a norma di legge, che svolgono una rilevante attività di interesse sociale». E infine il «finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici».

Dalla gestione di sale convegno e stabilimenti balneari ai premi al personale: le destinazioni possibili
Con la riforma, in discussione alla Camera, tra le destinazioni entra l’ente di assistenza per il personale dell’amministrazione penitenziaria, che tra le proprie funzioni ha quella della «gestione, anche indiretta, di sale convegno, spacci, stabilimenti balneari o montani, centri di riposo sportivi, e a ogni altra iniziativa intesa a favorire l’elevazione spirituale e culturale, la sanità morale e fisica, nonché, il benessere dei dipendenti e delle loro famiglie». Ma anche «la concessione di premi al personale che si sia distinto in servizi di eccezionale importanza». Per i carabinieri, invece, il fondo finanziato con il 5 per mille serve, tre le altre cose, a «concedere premi al personale», «ripartire i proventi contravvenzionali destinati all’Arma», «acquistare o costruire case di abitazione da dare in locazione al personale dell’Arma in servizio, a condizioni agevolate». Gli agenti di Polizia potranno invece veder rimpinguate le risorse per la «stipula di contratti di assicurazione per la responsabilità civile e la tutela legale per il personale della Polizia di Stato, a integrazione del sistema di tutela e rimborso delle spese legali previsto dalla legge». Oppure per i «contratti di assicurazione per la copertura dei rischi professionali, e prioritariamente del personale della Polizia di Stato impiegato nei servizi di polizia stradale». C’è infine un altro capitolo, più delicato, dietro cui si nasconde la riforma: il sostegno alle vedove e agli orfani di chi è morto in servizio nell’esercito, nella Marina militare o nell’Aeronautica. Ma si tratta solo di alcune voci. E che, in ogni caso, prevede che l’istituto del 5 per mille si sostituisca sostanzialmente allo Stato.