Oggi ricorrono 50 anni dal rogo di Primavalle. Nella notte tra il 15 e il 16 aprile del 1973, al terzo piano di una palazzina di via Bernardo da Bibbiena, casa del segretario della sezione del Movimento Sociale Italiano, Mario Mattei, scoppiò un incendio appiccato da alcuni aderenti al movimento della sinistra extraparlamentare Potere Operaio, che avevano versato benzina sotto l’uscio dell’abitazione: rimasero uccisi tra le fiamme i due fratelli Virgilio e Stefano Mattei di 22 e 8 anni, mentre il resto della famiglia riuscì a fuggire.

Il ricordo di Meloni e La Russa
«Il 16 aprile di cinquant’anni fa l’Italia e Roma hanno vissuto una delle pagine più buie della storia nazionale. Quello che possiamo fare oggi è tenere viva la memoria di quanto accaduto, per evitare il pericolo di ricadute e condurre l’Italia e il nostro popolo verso una piena e vera pacificazione nazionale»: così la premier Giorgia Meloni in un messaggio inviato al presidente dell’Associazione Fratelli Mattei, Giampaolo Mattei, in occasione della cerimonia di commemorazione del 50esimo anniversario della strage di Primavalle.
La mia lettera all’Associazione Fratelli Mattei, nel giorno in cui ricorrono i 50 anni dalla terribile strage di Primavalle ⤵️ pic.twitter.com/i8dE140eKy
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) April 16, 2023
«Da allora, molti anni sono passati ma il ricordo di queste vittime innocenti dell’odio ideologico è ancora vivo in tutti noi. Per Virgilio e Stefano si chiedeva giustizia e non vendetta ma gli assassini, purtroppo, ancora oggi non hanno mai pagato per quello che è stato uno dei più efferati e drammatici delitti politici degli Anni Settanta», ha dichiarato il presidente del Senato Ignazio La Russa. Oggi la sala della Protomoteca del Campidoglio ospita le celebrazioni in ricordo di Stefano e Virgilio Mattei.

Il processo: nessuno dei condannati finì in carcere
Il processo iniziò nel 1975, a quasi due anni dal rogo con due degli imputati, Manlio Grillo e Marino Clavo, ancora latitanti, e il solo Achille Lollo in stato di detenzione. Il processo in Corte d’Assise si concluse con l’assoluzione per insufficienza di prove degli imputati dalle accuse di incendio doloso e omicidio colposo. Il processo di secondo grado ebbe inizio nel 1981 e si concluse con una sentenza di annullamento. Nel processo di appello bis, Lollo, Clavo e Grillo, furono invece condannati a 18 anni. Lollo si rifugiò in Brasile prima della sentenza definitiva della Cassazione, arrivata nel 1987, e la sua pena fu dichiarata estinta nel 2003. Due anni dopo, in un’intervista, ammise di avere realizzato, con altri, un attentato dimostrativo con una bomba artigianale non esplosa, rivolto a Mario Mattei, sostenendo però di non aver incendiato la sua casa con la benzina. Nel 2011 Lollo fece rientro in Italia: spiegò che l’azione, eseguita da un gruppo di sei persone in tutto (lui compreso) doveva essere solo dimostrativa. Lollo è scomparso nel 2021, in una clinica di Trevignano Romano, all’età di 70 anni.