Il 5 settembre 1981 l’Italia aboliva il matrimonio riparatore

Redazione
05/09/2022

Il 5 settembre 1981 veniva finalmente abolito il cosiddetto matrimonio riparatore. Tag43 vi dà il buongiorno con una scena di Sedotta e abbandonata di Pietro Germi.

Il 5 settembre 1981 l’Italia aboliva il matrimonio riparatore

Il 5 settembre 1981, solamente 41 anni fa, il Parlamento italiano abrogava l’odiosa legge sul cosiddetto matrimonio riparatore dopo uno stupro. Fino a quel momento se un uomo commetteva violenza nei confronti di una donna nubile e illibata, per evitare il processo o per non scontare la pena detentiva, poteva offrire alla ragazza nozze riparatrici pagando di tasca propria le spese della cerimonia e senza pretendere alcuna dote. Così infatti stabiliva l’articolo 544 del codice penale: «Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali». Il matrimonio riparatore, dunque, da un lato ripristinava ‘l’onorabilità‘ della vittima agli occhi della comunità, dall’altro tutelava lo stupratore e i suoi eventuali complici. Una legge maschilista, patriarcale e terribile parente stretta del delitto d’onore.

Ordine al merito della Repubblica italiana
Una foto di Franca Viola 19enne.

Franca Viola, simbolo dell’emancipazione della donna

La prima donna in Italia a ribellarsi fu Franca Viola nel 1965. La 19enne di Alcamo, in Sicilia, si rifiutò di sposare Filippo Melodia, ex fidanzato che l’aveva sequestrata e stuprata. «L’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce», dichiarò senza mezzi termini Viola che diventò un simbolo della crescita civile del nostro Paese nel Secondo Dopoguerra e dell’emancipazione delle donne italiane. Nel 1966 Melodia venne condannato a 11 anni di carcere, ridotti al processo di appello a 10 con l’aggiunta di due anni di soggiorno obbligato nei pressi di Modena. Sentenza confermata in Cassazione nel 1969 che condannò anche i sette complici dell’uomo a cinque anni e due mesi ciascuno. Melodia uscì dal carcere nel 1976 e fu ucciso da ignoti, il 13 aprile 1978, nei dintorni di Modena, con un colpo di lupara. Pochi anni dopo Franca Viola si sposò  con l’amico di infanzia Giuseppe Ruisi con cui ha avuto due figli. Per le nozze la coppia ricevette un dono dall’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Nelle stesso anno venne ricevuta in udienza privata da Papa Paolo VI. Nel 2014 il capo dello Stato Giorgio Napolitano nominò la donna Grande Ufficiale «Per il coraggioso gesto di rifiuto del matrimonio riparatore che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell’emancipazione delle donne nel nostro Paese». Alla vicenda di Franca Viola è liberamente ispirato La moglie più bella film del 1970 diretto da Damiano Damiani con una 14enne Ornella Muti al suo esordio cinematografico e Alessio Orano.

Il 5 settembre 1981 veniva abolito il matrimonio riparatore
La locandina di La moglie più bella.

Sedotta e abbandonata, la critica grottesca di Germi

Tag43 ricorda l’abrogazione di questa odiosa legge con una scena del film Sedotta e abbandonata (1964) di Pietro Germi, secondo di una trilogia cominciata con Divorzio all’italiana (1961) e terminata con Signore & signori (1966), con protagonista Stefania Sandrelli. «In Sedotta e abbandonata il regista attacca un altro aspetto della nostra legislazione, cioè l’articolo che attribuisce al matrimonio il potere di cancellare ogni precedente reato dell’uomo nei confronti della donna, dalla violenza al ratto», scrisse il critico Tullio Kezich nel 1966. «Come nel film precedente (Divorzio all’italiana, ndr) Germi prende pretesto da uno spunto polemico per affrontare un tetro quadro d’ambiente».